Putin concede asilo ad Assad: Siria verso una nuova era
9 Dic 2024 - Russia
l presidente siriano trova rifugio in Russia dopo l’avanzata dei ribelli. Mosca conferma il ruolo centrale nella gestione della crisi.
Bashar al-Assad trova asilo in Russia: Mosca conferma la decisione
La caduta del governo siriano guidato da Bashar al-Assad, dopo tredici anni di conflitto, segna una svolta epocale nella storia della Siria. Il presidente e la sua famiglia hanno trovato asilo politico in Russia, confermato dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Ovviamente, decisioni di questo tipo non possono essere prese senza il capo di Stato”, ha dichiarato Peskov, sottolineando il coinvolgimento diretto del presidente Vladimir Putin.
La posizione dei ribelli e le promesse sui diritti delle donne
I gruppi ribelli siriani, che hanno preso il controllo di Damasco, hanno annunciato un cambiamento di approccio in relazione ai diritti individuali. In una dichiarazione ufficiale, il Comando generale dei ribelli ha assicurato che non verrà imposto alcun codice di abbigliamento religioso alle donne. “È severamente vietato interferire con l’abbigliamento o imporre regole sul loro aspetto”, hanno affermato, promettendo di costruire una nazione basata sul rispetto dei diritti personali.
Nonostante queste promesse, rimangono dubbi sull’effettiva capacità di questi gruppi di garantire stabilità e pluralismo, considerando le complessità che hanno caratterizzato la lunga guerra civile.
Reazioni internazionali
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha definito la caduta del governo siriano un’opportunità storica per il popolo siriano. Ha assicurato che gli Stati Uniti rimarranno impegnati nel prevenire il ritorno dell’ISIS e nel sostenere i paesi vicini per evitare destabilizzazioni regionali. Washington ha già condotto attacchi aerei mirati contro postazioni legate a gruppi estremisti, ribadendo l’impegno alla sicurezza nell’area.
Dall’altra parte, la Russia ha convocato una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per discutere gli sviluppi in Siria. Il vice rappresentante russo presso le Nazioni Unite, Dmitri Polianski, ha affermato che “le conseguenze di quanto accaduto devono essere valutate attentamente, considerando l’impatto regionale e globale”.
Anche la Cina ha chiesto una soluzione politica rapida, invitando tutte le parti coinvolte a lavorare nell’interesse del popolo siriano. Il ministero degli Esteri cinese ha sottolineato la necessità di ristabilire la stabilità il prima possibile.
Il ruolo di Israele e le preoccupazioni strategiche
Israele, nel frattempo, ha condotto raid contro depositi di armi e siti considerati strategici in Siria, giustificando le operazioni come necessarie per impedire che armamenti avanzati finissero nelle mani di gruppi estremisti. Le forze israeliane sono avanzate oltre la zona demilitarizzata, prendendo temporaneamente il controllo di alcune aree ritenute cruciali per la sicurezza nazionale.
Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha ribadito che la presenza delle truppe è “limitata e temporanea”, sottolineando che l’obiettivo principale è garantire la sicurezza di Israele.
Prospettive future
La situazione in Siria rimane incerta, e la transizione politica appare complessa. L’impegno della comunità internazionale, incluso quello della Russia, sarà cruciale per garantire che il vuoto di potere non favorisca la nascita di nuove minacce. Mosca, in particolare, ha espresso la volontà di discutere con le nuove autorità siriane il futuro delle sue basi militari nel Paese, dimostrando il suo ruolo di mediatore fondamentale nella regione.