Putin intensifica la guerra in Ucraina: missili e droni in azione
14 Dic 2024 - Geopolitica
Mosca colpisce la rete energetica ucraina con un attacco massiccio. Zelensky denuncia: “Putin non vuole la pace”. Trump osservato speciale per i futuri negoziati.
Dopo oltre 1.000 giorni di conflitto, la guerra tra Russia e Ucraina entra in una fase di escalation decisiva. Mosca sembra determinata a consolidare i propri obiettivi territoriali prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, previsto per gennaio. Il Cremlino punta a presentarsi ai futuri negoziati con una posizione di forza, capitalizzando i successi sul campo e i nuovi equilibri geopolitici.
Una strategia militare basata sulla pressione totale
La Russia ha intensificato l’uso di missili, droni e attacchi alle infrastrutture critiche ucraine, colpendo principalmente la rete energetica del paese. Il massiccio bombardamento del 13 dicembre ha coinvolto 93 missili (tra cui missili da crociera Kalibr e missili balistici Iskander) e quasi 200 droni Shahed di fabbricazione iraniana. L’obiettivo? Paralizzare il sistema energetico ucraino in pieno inverno, quando le temperature già scendono sotto lo zero, e minare il morale della popolazione.
L’attacco ha lasciato al buio diverse regioni, con il 50% della rete elettrica di Ternopil fuori uso e danni significativi nelle aree occidentali come Ivano-Frankivsk. Secondo il ministero della Difesa russo, l’operazione è stata una risposta diretta all’utilizzo da parte ucraina di missili ATACMS forniti dagli Stati Uniti, che hanno colpito un aeroporto militare nel sud della Russia.
Putin e la strategia della rappresaglia
Il Cremlino ha avvertito che avrebbe reagito duramente all’impiego di armi a lungo raggio da parte di Kiev. L’attacco non solo ha ribadito la capacità militare russa di operare su larga scala, ma ha anche inviato un messaggio politico all’Occidente: il sostegno militare all’Ucraina non resterà senza conseguenze. In un’intervista, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha lodato Trump per la sua posizione critica sull’uso delle ATACMS, definendola “in linea con la visione russa delle cause dell’escalation”.
Preparativi per Trump: il peso della diplomazia
L’elezione di Donald Trump è vista dal Cremlino come un’opportunità per un cambio di paradigma. L’ex presidente americano ha più volte dichiarato di voler porre fine al conflitto in poche ore, suscitando speranze a Mosca e preoccupazioni a Kiev. Tuttavia, i timori principali riguardano un possibile “compromesso” che potrebbe favorire le condizioni russe.
L’amministrazione Biden, consapevole di questo scenario, sta accelerando la fornitura di aiuti militari a Kiev, con un pacchetto da 500 milioni di dollari annunciato nelle ultime ore. Contemporaneamente, sul fronte europeo, emergono discussioni sull’invio di truppe di mantenimento della pace, con Emmanuel Macron e Donald Tusk che valutano l’opzione in caso di cessate il fuoco.
Le implicazioni strategiche della guerra energetica
L’attacco russo contro le infrastrutture energetiche non è solo una tattica bellica: rappresenta una strategia di logoramento psicologico e materiale. La distruzione delle centrali elettriche non mira solo a privare gli ucraini di elettricità, ma a rallentare la produzione industriale, ridurre la mobilità e creare un clima di insicurezza per costringere Kiev a trattare da una posizione di debolezza.
L’Ucraina, però, non resta ferma. Il presidente Zelensky ha invocato nuovi sistemi di difesa aerea come i NASAMS e gli Iris-T per proteggere il territorio. Ma le riserve occidentali iniziano a essere messe sotto pressione, con alcuni analisti che temono un calo del supporto qualora Trump scelga di ridurre il coinvolgimento americano.