Putin respinge la tregua: “Kursk deve essere liberata”
13 Mar 2025 - Russia
Il Cremlino rifiuta il cessate il fuoco proposto da Trump: la priorità è eliminare la minaccia ucraina nella regione di Kursk. Kiev arretra, mentre Mosca rafforza la sicurezza ai confini.

Donald Trump ha atteso la risposta di Mosca sulla tregua accettata dall’Ucraina, ma per il Cremlino la priorità resta la sicurezza nazionale. Vladimir Putin, in tenuta militare, ha visitato la regione di Kursk, dichiarando che il territorio deve essere “completamente liberato” dalla presenza delle forze ucraine, che dallo scorso agosto hanno tentato di destabilizzare l’area.
“Bisogna liberarla subito”, ha affermato il presidente russo, ribadendo la necessità di proteggere la sovranità del Paese e prevenire nuove minacce lungo il confine. L’offensiva russa, mirata a garantire stabilità alla regione, ha costretto le truppe di Kiev a ritirarsi, mentre la strategia ucraina di mantenere un punto d’appoggio in territorio russo appare ormai fallita.
Trump avverte Mosca, ma riconosce la realtà sul campo
Gli Stati Uniti continuano a cercare una mediazione, ma l’evolversi della situazione sul campo rende difficile un cessate il fuoco immediato. Dopo il vertice con la delegazione ucraina a Gedda, in Arabia Saudita, Trump ha confermato che emissari americani sono in viaggio verso la Russia per trattare. Tuttavia, ha chiarito che un eventuale rifiuto potrebbe portare a “conseguenze finanziarie molto pesanti” per Mosca.
Il presidente americano ha ricordato le sanzioni adottate durante il suo primo mandato e ha sottolineato come la Russia non abbia mai condotto operazioni di questo tipo mentre lui era alla Casa Bianca. “Con me non hanno preso nulla”, ha dichiarato, evidenziando il suo ruolo nel contenere l’espansione dei conflitti.
Putin: “Kursk deve essere completamente liberata per garantire sicurezza al confine”
Mentre Washington lavora alla diplomazia, il Cremlino ribadisce che nessun negoziato può avvenire prima della completa messa in sicurezza della regione. “Mi aspetto che tutte le missioni di combattimento siano portate a termine e che il territorio della regione di Kursk sia presto completamente liberato dal nemico”, ha dichiarato Putin, sottolineando che la difesa del Paese non può essere compromessa da calcoli politici.
Secondo il generale Valery Gerasimov, capo di Stato maggiore russo, la strategia di Kiev prevedeva di utilizzare l’incursione a Kursk per distogliere le forze russe dal Donbass, ma il piano è fallito. Ora Mosca intende ripristinare pienamente la sovranità territoriale e rafforzare la sicurezza lungo il confine.
Zelensky: “Non ci fidiamo della Russia”
Di fronte ai nuovi sviluppi, Volodymyr Zelensky ha ribadito la posizione dell’Ucraina. “Siamo pronti per il cessate il fuoco, ora la Russia deve rispondere”, ha dichiarato, pur ammettendo di non fidarsi di Mosca.
Il presidente ucraino ha inoltre chiarito che Kiev non riconoscerà come russi i territori attualmente sotto il controllo del Cremlino. Tuttavia, la controffensiva ucraina nella regione di Kursk si è rivelata insostenibile, e ora l’Ucraina si trova in una posizione più debole al tavolo delle trattative.
Conclusione: prima la stabilità, poi la diplomazia
La Russia ha reso chiaro che nessuna tregua sarà possibile finché la sicurezza dei suoi confini non sarà garantita. La controffensiva ucraina si è dimostrata fallimentare e, con le forze di Kiev in ritirata, il Cremlino non ha motivo di fermarsi prima di aver ripristinato il pieno controllo della regione.
Trump continua a mediare, ma la realtà è che Mosca si muove secondo una logica di sicurezza nazionale, non sotto la pressione diplomatica occidentale. La guerra si concluderà solo quando saranno stabiliti nuovi equilibri, e in questo momento è la Russia a dettare le condizioni.