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Raid Israeliano a Damasco Uccide Alto Comandante Iraniano, Netanyahu Rafforza la Presa su Gaza

26 Dic 2023 - Geopolitica

Raid Israeliano a Damasco Uccide Alto Comandante Iraniano, Netanyahu Rafforza la Presa su Gaza

Un raid aereo israeliano vicino a Damasco, in Siria, ha portato alla morte di un alto comandante iraniano dei Guardiani della Rivoluzione islamica. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato l’incidente, identificando la vittima come Sayyed Reza Mousavi, un generale di alto rango che supervisionava le operazioni militari dei Pasdaran in Siria. Mousavi era noto per essere un stretto confidente dell’ex capo della forza al-Quds, Qassem Soleimani, ucciso dagli Stati Uniti in Iraq il 3 gennaio 2020.

La risposta iraniana non si è fatta attendere. I Guardiani della Rivoluzione islamica hanno emesso un severo avvertimento, promettendo che Israele pagherà per l’uccisione di Mousavi. Questa dichiarazione è stata riferita dall’agenzia di stampa iraniana Tasnim, che ha citato un comunicato ufficiale annunciando la morte dell’alto esponente dei Pasdaran nel raid israeliano.

Parallelamente, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha effettuato una rara visita alle truppe nella Striscia di Gaza, ribadendo la sua determinazione nel proseguire la lotta contro Hamas. Durante una riunione dei parlamentari del Likud alla Knesset, Netanyahu ha sottolineato che la guerra è lontana dall’essere conclusa, richiamando alla pazienza e all’unità. Tuttavia, questa posizione è stata accolta con proteste dai familiari degli ostaggi detenuti da Hamas a Gaza, che hanno esortato a un’azione immediata per il loro rilascio.

Il ministero della Salute a Gaza, gestito da Hamas, ha riportato un drammatico aumento del bilancio delle vittime nella Striscia, con 20.674 morti. Inoltre, un recente raid aereo israeliano sui campi profughi di al-Maghazi e al-Bureij ha provocato la morte di 106 persone, segnando l’attacco aereo più letale dall’inizio dell’operazione di terra nell’enclave.

In risposta a una proposta egiziana, Hamas e la Jihad islamica (Pij) hanno rifiutato di cedere il potere nella Striscia di Gaza a un governo palestinese tecnocratico in cambio di un ‘cessate il fuoco’ permanente. Questo piano, promosso dal Cairo insieme a Doha, mira a porre fine al conflitto e prevede la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani.

Il gabinetto di guerra israeliano si è riunito per discutere sia la proposta di tregua egiziana che gli sviluppi al confine settentrionale con il Libano, in seguito al raid in Siria. Il piano egiziano prevede tre fasi, che includono la sospensione dei combattimenti, colloqui interni palestinesi per la formazione di un governo tecnocratico, e un cessate il fuoco globale con il ritiro delle truppe israeliane da Gaza.

Il leader dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha recentemente visitato il Cairo per discutere la proposta egiziana, mentre una delegazione della Jihad islamica si è recata in Egitto. Questi sviluppi indicano una situazione in continua evoluzione, con implicazioni significative per la stabilità regionale e la sicurezza internazionale.

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