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Raid nel Sud del Libano: Quattro Osservatori ONU Feriti, Tensione ai Massimi livelli

30 Mar 2024 - Geopolitica

l'attacco ai peacekeeper delle Nazioni Unite nel sud del Libano solleva preoccupazioni internazionali. Mentre le indagini cercano di far luce sull'accaduto, la comunità globale attende risposte

Raid nel Sud del Libano: Quattro Osservatori ONU Feriti, Tensione ai Massimi livelli

Quattro osservatori delle Nazioni Unite, parte della missione di supervisione della tregua Untso, sono stati feriti in un raid nei pressi di Rmeish. Le vittime comprendono personale di diverse nazionalità: un libanese, un australiano, un cileno e un norvegese, escludendo la presenza di cittadini italiani tra i feriti.

L’Attacco e le Sue Circostanze

Secondo quanto riportato da fonti della sicurezza libanese all’ANSA, l’attacco sarebbe stato eseguito da un drone, che ha preso di mira un convoglio composto da due veicoli contrassegnati dalle insegne delle Nazioni Unite. Il drone avrebbe lanciato un missile contro i veicoli poco dopo che il gruppo, composto dai tre osservatori e dal loro interprete libanese, era sceso vicino a Rmeish. Uno dei feriti è stato trasportato d’urgenza all’Ospedale Saint George di Beirut.

La missione ONU in Libano, Unifil, ha confermato l’incidente, precisando che il ferimento è avvenuto mentre il gruppo era in pattuglia a piedi e un proiettile è esploso nelle loro vicinanze. Andrea Tenenti, portavoce di Unifil, ha sottolineato che prendere di mira i peacekeeper è inaccettabile e che tutti gli attori hanno la responsabilità di proteggere i non combattenti secondo il diritto internazionale umanitario.

Le Reazioni e le Indagini

L’esercito israeliano ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’incidente, affermando di non avere colpito un veicolo dell’Unifil nell’area di Rmeish. Questa negazione arriva in un momento di tensione elevata nella regione, con operazioni militari in corso da parte di Israele nella Striscia di Gaza e nel sud del Libano.

Nel frattempo, si intensificano le operazioni militari israeliane in Gaza, con attacchi mirati a eliminare uomini armati e a smantellare infrastrutture di gruppi definiti terroristici. Le Forze di difesa israeliane (Idf) stanno lavorando anche per creare una zona cuscinetto di sicurezza al confine con la Striscia di Gaza, una mossa che ha sollevato preoccupazioni internazionali.

Proposte e Dialogo Internazionale

Nel contesto di queste tensioni, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, durante una visita a Washington, ha proposto la creazione di una forza militare multinazionale con truppe provenienti da paesi arabi. Questa forza sarebbe incaricata di ristabilire l’ordine nella Striscia di Gaza e di garantire la sicurezza dei convogli umanitari, offrendo una potenziale alternativa al governo di Hamas nell’enclave.

L’iniziativa è stata discussa con funzionari statunitensi e rappresentanti di alcuni paesi arabi, tra cui l’Egitto, e sembra stia guadagnando terreno sia a Washington che tra le nazioni arabe interessate. Questa proposta mira a affrontare il problema umanitario nella Striscia di Gaza e a cercare una soluzione duratura al conflitto che affligge da tempo la regione.

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