Re Carlo in Italia: tra parate e geopolitica
La visita dei reali britannici precede la missione di Meloni a Washington e segna il ritorno di Londra nel Mediterraneo. Soft power, cultura e strategia dietro i sorrisi e le celebrazioni.

Una visita ufficiale dal sapore storico
Re Carlo III e la Regina Camilla sono atterrati all’aeroporto di Ciampino il 7 aprile 2025, dando ufficialmente inizio alla loro prima visita di Stato in Italia da quando il sovrano è salito al trono. La coppia reale resterà nella nostra Nazione fino al 10 aprile, con tappe simboliche a Roma e Ravenna. Un viaggio che non è solo protocollo: dietro ai gesti solenni e agli abiti di gala, si intravede una precisa intenzione geopolitica.
Ad accoglierli a Ciampino c’erano la sottosegretaria agli Esteri Maria Tripodi, il capo del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica Bruno Antonio Paquino, il ministro degli Esteri britannico David Lammy, l’ambasciatore britannico a Roma Edward Llewellyn e l’ambasciatore italiano a Londra, Inigo Lambertini. Prima di partire sulla Bentley State Limousine, Carlo ha salutato con la mano i giornalisti presenti.
Un messaggio tra le righe: “A presto, Roma e Ravenna!”
Sui profili social della famiglia reale è stato pubblicato un messaggio affettuoso e significativo:
“Mentre iniziamo la nostra prima visita in Italia come Re e Regina, non vediamo l’ora di festeggiare il nostro ventesimo anniversario di matrimonio in un posto così speciale e con persone così meravigliose! A presto, Roma e Ravenna!”
In allegato, alcune fotografie scattate a Villa Wolkonsky, residenza dell’ambasciatore britannico, con i reali posizionati accanto all’antico acquedotto Claudio. Immagini evocative, ma tutt’altro che neutre: l’heritage britannico si sovrappone simbolicamente alla romanità.
Il programma: cultura, istituzioni e memoria
Durante il soggiorno romano, Re Carlo incontrerà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il 9 aprile sarà un momento cruciale della visita: il Re sarà il primo monarca britannico a parlare al Parlamento italiano riunito in seduta comune — un onore finora concesso solo ai sovrani di Spagna.
Il programma include anche una visita al Colosseo, un omaggio al Milite Ignoto con parata aerea congiunta Frecce Tricolori–Red Arrows e un banchetto di Stato al Quirinale per celebrare il ventesimo anniversario di nozze della coppia reale.
Infine, il 10 aprile, la visita si concluderà a Ravenna, con la partecipazione alla cerimonia per l’80º anniversario della liberazione della città e un omaggio alla tomba di Dante Alighieri.
Llewellyn: “Una visita storica, un legame che durerà una generazione”
L’ambasciatore britannico Edward Llewellyn ha definito l’iniziativa “storica” e “preziosa per le relazioni bilaterali”. Durante un briefing con la stampa, ha scherzato sul fatto che perfino il pizzaiolo del suo quartiere parlasse dei reali, a conferma del calore dell’accoglienza italiana.
Ma poi ha sottolineato l’essenziale:
“Questa visita darà nuovo impulso alla cooperazione in settori cruciali come difesa, energia pulita e cultura. Le Loro Maestà faranno qualcosa di intangibile ma inestimabile, rafforzando la vicinanza tra le nostre nazioni in un modo che solo loro possono fare”.
Dietro l’eleganza, una strategia geopolitica britannica
A ben vedere, però, il tempismo della visita suggerisce qualcosa di più profondo. Mentre l’Italia si prepara all’imminente viaggio della premier Giorgia Meloni a Washington — e all’arrivo a Roma del nuovo vicepresidente americano J.D. Vance, figura chiave dell’asse trumpiano — la presenza della monarchia britannica sembra voler lanciare un messaggio implicito ma chiaro: il Regno Unito c’è, e non intende restare ai margini dei nuovi equilibri transatlantici.
Dopo la Brexit, Londra ha bisogno di riposizionarsi strategicamente, soprattutto in un Mediterraneo dove l’Italia sta assumendo un ruolo centrale grazie al suo governo patriottico e alla crescente sinergia con i conservatori americani. In questo contesto, la visita reale assume i contorni di una sofisticata operazione di soft power. L’Inghilterra vuole ricordare all’Italia il peso della storica alleanza, rafforzare i legami culturali e — perché no — frenare l’egemonia politico-culturale americana.
Una contesa elegante per l’influenza sull’Italia
Roma diventa così crocevia simbolico di tre visioni occidentali: l’egemonia culturale anglosassone della monarchia britannica, la pragmatica strategia sovranista dell’amministrazione Meloni, e il realismo trumpiano in arrivo dagli Stati Uniti.
In questa triangolazione Londra–Roma–Washington, Re Carlo ha fatto la sua mossa. Con cortesia regale, certo. Ma anche con una precisa volontà di restare rilevante, nel momento in cui si ridisegna la geopolitica del mondo occidentale.