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Reddito di cittadinanza, sospensione e proteste: cosa sta succedendo a Napoli

31 Lug 2023 - Italia

Reddito di cittadinanza, sospensione e proteste: cosa sta succedendo a Napoli

A Napoli, la città più colpita dalla sospensione del reddito di cittadinanza, si sono registrate diverse proteste da parte degli ex beneficiari del sussidio.

Il governo ha infatti deciso di interrompere il pagamento del reddito di cittadinanza a chi risulta essere “occupabile”, ovvero in grado di lavorare e senza componenti disabili, minori o over 65 nel nucleo familiare.

La misura, prevista dal decreto legge 20/23, ha riguardato circa 169 mila persone in tutta Italia, di cui oltre 36 mila in Campania e 21.500 a Napoli.

La comunicazione della sospensione è avvenuta tramite un sms inviato dall’Inps, che invitava gli ex percettori a rivolgersi ai servizi sociali o ai centri per l’impiego in base alla loro situazione.

Tuttavia, molti non hanno capito cosa significasse la “presa in carico” dei servizi sociali e si sono recati negli uffici comunali per chiedere chiarimenti.

In alcuni casi, si sono verificati momenti di tensione e assalti alle sedi dell’Inps, che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.

Il governo ha difeso la sua scelta, sostenendo che il reddito di cittadinanza doveva essere una misura temporanea e che ora si punta a favorire l’inserimento lavorativo dei beneficiari.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha dichiarato: “Chi non può lavorare viene assistito, ma chi può è giusto che lavori, perché solo così una persona ha la sua dignità”.

Al posto del reddito di cittadinanza, gli occupabili riceveranno un “supporto per formazione e lavoro” di 350 euro mensili, utilizzabili per corsi di qualificazione o incentivi all’assunzione.
Le proteste a Napoli testimoniano il disagio sociale provocato dalla sospensione del reddito di cittadinanza, che per molti rappresentava l’unica fonte di sostentamento.

Alcuni sindaci e associazioni hanno chiesto al governo di rivedere i criteri di esclusione e di garantire una maggiore assistenza ai percettori rimbalzati.

Inoltre, hanno sollevato il problema della carenza di personale e di risorse dei servizi sociali e dei centri per l’impiego, che si trovano a gestire una situazione complessa e delicata.

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