Roma in tensione: manifestazione pro-Palestina non autorizzata sfida il divieto
4 Ott 2024 - Italia
A un anno dall'attacco terroristico di Hamas, collettivi di sinistra organizzano un corteo pro-Palestina a Roma, sfidando il divieto della Questura. Rischio di legittimazione dell’odio verso Israele e l’Occidente.
Manifestazione pro-Palestina non autorizzata a Roma: tensioni, preparativi e polemiche
Roma si prepara ad accogliere una manifestazione non autorizzata a sostegno della Palestina, prevista per sabato 5 ottobre. La manifestazione, che secondo le stime potrebbe coinvolgere tra le 30.000 e 40.000 persone, è stata vietata dalla Questura e confermata come illegale anche dal Tar del Lazio. Tuttavia, nonostante il divieto, gli organizzatori hanno dichiarato la loro intenzione di procedere con il corteo, che dovrebbe iniziare alle ore 14 a Piazzale Ostiense.
Le forze di sicurezza sono in stato di massima allerta. La capitale è stata blindata, e i controlli inizieranno già dalla sera precedente alla manifestazione, coinvolgendo Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza. I controlli saranno condotti in modo capillare attraverso un sistema a cerchi concentrici, con verifiche in corso su pullman provenienti da varie città italiane, specialmente quelli che trasportano attivisti di centri sociali e collettivi studenteschi. In particolare, è stata segnalata la partecipazione del centro sociale Askatasuna di Torino e di collettivi di studenti, tra cui quelli del liceo Virgilio.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato la natura illegale della manifestazione e ha assicurato che sarà gestita dalle forze dell’ordine con “equilibrio”, considerando gli sviluppi della giornata. Nonostante il dissenso manifestato da alcune forze politiche di sinistra e da gruppi della società civile, la Comunità Palestinese di Roma e Lazio ha annunciato che non parteciperà alla manifestazione del 5 ottobre, scegliendo invece di organizzare un evento separato il 12 ottobre.
Critica alla manifestazione: una celebrazione dell’attacco di Hamas?
Il fatto che questa manifestazione sia stata fortemente voluta dai collettivi di sinistra, in una data così vicina all’anniversario dell’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre, suggerisce più di una semplice solidarietà alla causa palestinese. Appare come una provocazione e un atto di legittimazione indiretta di quell’azione violenta, evidenziando un profondo rancore non solo verso Israele ma anche verso l’Occidente e i suoi valori. Tale comportamento, che rischia di incitare all’odio e alla divisione, sembra più mirato a celebrare un crimine che a sostenere una giusta causa. Una manifestazione di questo tipo non solo mette a repentaglio la coesistenza pacifica ma rischia di strumentalizzare la questione palestinese per promuovere sentimenti anti-israeliani e anti-occidentali, che nulla hanno a che fare con un reale desiderio di pace e dialogo.