Roma, la piazza delle élite: l’Europa che ignora i popoli
16 Mar 2025 - Approfondimenti Politici
A Roma la manifestazione europeista voluta da Michele Serra si trasforma nell’ennesima passerella per le élite progressiste. Nessun riferimento alla sovranità nazionale: solo retorica e bandiere imposte dall’alto.

Un raduno di élite scollegate dalla realtà
La manifestazione europeista tenutasi a Roma, promossa da Michele Serra e sostenuta da un nutrito gruppo di esponenti del progressismo benpensante, si è presentata come un inno all’Europa. Ma a quale Europa? Quella delle nazioni, della sovranità popolare e delle identità o quella delle élite globaliste, delle imposizioni burocratiche e delle politiche che minano la libertà degli Stati membri?
La piazza di Roma non ha rappresentato l’Europa vera, quella delle persone comuni, delle famiglie che faticano sotto il peso di regolamenti asfissianti, della piccola e media impresa stritolata dalle direttive di Bruxelles. Al contrario, è stata l’ennesima passerella per un’élite che si arroga il diritto di parlare a nome dei popoli, ma che nei fatti agisce contro di essi. Le bandiere esposte – quelle dell’UE, dell’Ucraina e della pace – raccontano tutto: una narrativa precostituita, un messaggio unilaterale in cui chiunque dissenta viene immediatamente bollato come “populista” o “antieuropeo”.
Dove erano le bandiere delle nazioni? Dove il tricolore italiano? L’assenza di simboli patriottici rivela la natura profonda di questo evento: una celebrazione di un’Europa tecnocratica e distante, che impone decisioni dall’alto senza mai interpellare davvero i cittadini.
Un’Europa che nega le sue radici per servire interessi esterni
Mentre i presenti in piazza si riempivano la bocca di parole come “democrazia” e “partecipazione”, la realtà dell’UE odierna racconta un’altra storia. Questa Unione ha sospeso la democrazia in Romania quando il voto popolare non era allineato alle direttive di Bruxelles; ha imposto il Green Deal che sta devastando il settore agricolo europeo, sacrificando la nostra produzione a vantaggio di mercati stranieri; ha adottato politiche migratorie lassiste che riempiono l’Europa di immigrati illegali, destabilizzando il tessuto sociale e mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini.
E ora, dopo anni di prediche ambientaliste, questa stessa Unione, piegata alla NATO e agli interessi delle lobby belliche, torna a promuovere il riarmo e a chiedere sacrifici economici agli Stati membri per finanziare una guerra che sembra non dover mai finire.
L’Europa che vogliamo: nazioni forti e sovrane
A fronte di questo spettacolo autoreferenziale, la vera Europa, quella dei popoli, non era in piazza a Roma. Non c’erano gli agricoltori che protestano contro regolamenti insensati, non c’erano le famiglie oppresse dal caro vita causato dalle follie energetiche della Commissione, non c’erano i lavoratori penalizzati dalle politiche economiche disastrose imposte dall’UE.
L’Europa che vogliamo è quella delle nazioni libere, delle identità che si rispettano, delle politiche che mettono i cittadini al centro e non gli interessi di pochi gruppi di potere. È l’Europa di chi crede nella sovranità nazionale come valore, di chi rifiuta l’omologazione forzata e il pensiero unico imposto da Bruxelles.
Il risveglio dei popoli europei
L’evento di Roma ha dimostrato, ancora una volta, la distanza tra le élite che dominano l’UE e i cittadini europei. Ma fuori da quella piazza ci sono milioni di persone che vogliono un futuro diverso, che credono in un’Europa delle patrie, delle tradizioni e della libertà. Il loro momento arriverà.