Roma, la sinistra scende in piazza per l’Europa tra politica e slogan
15 Mar 2025 - Italia
Leader d’opposizione, sindaci e intellettuali si ritrovano a Roma per difendere l’UE, mentre restano aperti i nodi su Green Deal, industria ed equilibri geopolitici.

L’Europa in piazza: un rito della sinistra tra politica, cultura e vecchie certezze
In una delle tante manifestazioni che periodicamente animano il centro della Capitale, oggi è la volta di un corteo in difesa dell’Europa, nato da un’idea del giornalista Michele Serra e accolto con entusiasmo dall’opposizione di centrosinistra. In piazza ci saranno leader politici, sindaci, associazioni e personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, per riaffermare l’appartenenza dell’Italia a un’Europa che, pur tra difficoltà e dibattiti, continua a essere un punto di riferimento per chi immagina un continente unito sotto le stesse bandiere.
La politica risponde all’appello: un’adesione compatta dall’opposizione
L’evento ha raccolto il sostegno di quasi tutta l’opposizione, con una presenza trasversale che va da Elly Schlein a Matteo Renzi, da Angelo Bonelli a Carlo Calenda. Il leader di Azione ha parlato della manifestazione come di un’occasione per ribadire “il legame con l’Europa e con le democrazie che oggi più che mai hanno bisogno di essere difese”, mentre Fratoianni ha voluto sottolineare la necessità di una politica europea capace di promuovere la pace e il multilateralismo.
Un messaggio che arriva in un momento in cui il dibattito sul ruolo dell’Unione nel contesto geopolitico si fa sempre più acceso, con un’Europa chiamata a scelte delicate tra strategia energetica, industriale e diplomatica.
Sindaci e società civile: l’impegno per un’Europa solidale e sostenibile
Accanto ai leader politici, la manifestazione vede una nutrita partecipazione di sindaci, in particolare quelli delle principali città italiane. Roberto Gualtieri (Roma), Beppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli) e Stefano Lo Russo (Torino) saranno in piazza a fianco di tante sigle associative, da Legambiente alla Comunità di Sant’Egidio, dalle Acli ai sindacati confederali.
Un coro che, almeno sulla carta, esprime una visione dell’Europa come spazio di diritti, di sviluppo e di tutela del pianeta. Tuttavia, negli ultimi anni, alcune delle politiche più ambiziose dell’Unione – dal Green Deal all’accelerazione verso l’elettrico – hanno suscitato non poche critiche tra gli stessi settori produttivi che oggi dovrebbero beneficiare di un’Europa più competitiva.
Cultura e spettacolo: voci autorevoli per l’Europa
Un elemento caratterizzante della manifestazione è la presenza di numerosi intellettuali e artisti, da sempre vicini a questa visione di Europa. Scrittori come Daniel Pennac e Antonio Scurati, volti televisivi come Luciana Littizzetto e Claudio Amendola, esponenti del cinema e della musica come Roberto Vecchioni e Antonio Albanese hanno scelto di partecipare, portando il loro contributo alla narrazione di un’Europa che viene spesso raccontata attraverso il filtro della cultura e dei valori condivisi.
Un messaggio potente, che tuttavia si scontra con una crescente disaffezione dei cittadini verso istituzioni percepite come distanti e burocratiche.
Un’Europa in piazza, tra entusiasmo e sfide irrisolte
La manifestazione di oggi si inserisce in un contesto storico particolarmente delicato. L’Unione Europea, alle prese con le conseguenze del Green Deal, con le difficoltà del mercato industriale legate alla transizione energetica e con il dibattito sulla gestione della politica estera, sta attraversando un momento di profonda riflessione.
Se da un lato i promotori dell’evento chiedono più Europa, dall’altro il malcontento diffuso su alcune scelte politiche dell’ultimo decennio non può essere ignorato.
L’entusiasmo della piazza è tangibile, ma resta da capire se riuscirà a tradursi in una reale capacità di incidere sulle sfide che oggi attraversano il continente. La partecipazione è ampia e trasversale, ma come sempre sarà il tempo a stabilire se si tratta di un movimento capace di influenzare le scelte future o di un semplice rituale destinato a ripetersi senza conseguenze concrete.