Russia-USA: la pace secondo Putin passa da Trump
28 Gen 2025 - Mondo
Andrey Klimov, senatore di Russia Unita, traccia le condizioni per un dialogo con Washington: neutralità dell’Ucraina, fine delle sanzioni e un confronto alla pari. L’UE resta fuori dai giochi.
L’intervista rilasciata da Andrey Klimov al Corriere della Sera offre uno spaccato interessante sullo stato delle relazioni tra Russia e Stati Uniti all’inizio della presidenza Trump. Klimov, senatore di Russia Unita e vicino collaboratore di Vladimir Putin, traccia un quadro complesso e spiega quali siano, dal punto di vista russo, le condizioni per un eventuale dialogo e la fine del conflitto con l’Ucraina.
Un dialogo difficile ma necessario
Secondo Klimov, l’assenza di nuove sanzioni da parte dell’amministrazione Trump rappresenta già un segnale positivo rispetto al passato. Tuttavia, il senatore sottolinea che ogni discussione deve basarsi su un approccio di rispetto reciproco: «La forma è anche sostanza», afferma, evidenziando l’importanza di trattative condotte in modo rispettoso e paritario.
Per Mosca, le richieste per la pace restano immutate: un’Ucraina neutrale, non allineata, smilitarizzata e priva di armi nucleari, nonché una revisione profonda delle relazioni tra potenze, a partire dal ruolo della NATO. Tuttavia, queste condizioni, che equivalgono di fatto a una resa, appaiono difficilmente accettabili non solo per Kiev ma anche per Trump, nonostante la sua reputazione di pragmatico.
Una guerra contro l’Occidente
Per Klimov, il conflitto in Ucraina non è una semplice guerra contro un Paese confinante, ma uno scontro più ampio con l’Occidente, accusato di voler «una Russia debole e accerchiata». In questa visione, la sovranità russa è al centro della battaglia geopolitica, e ogni concessione sarebbe percepita come una minaccia esistenziale.
L’Occidente, secondo il senatore, ha sempre ignorato le richieste russe di rispetto e non interferenza, mentre Mosca si oppone fermamente alle presunte manipolazioni esterne, che includono il sostegno a governi ostili nei Paesi vicini e il discredito delle elezioni russe.
Le accuse contro l’Ucraina e l’Europa
Klimov non risparmia critiche al governo di Kiev, sostenendo che l’Ucraina abbia rinunciato alla propria sovranità, lasciandosi guidare da interessi esterni, in particolare dal Regno Unito. Ma i commenti più duri sono riservati all’Unione Europea, considerata irrilevante e incapace di esercitare una leadership autonoma: «Gli Stati membri dell’UE hanno meno indipendenza di quanta ne avessero le repubbliche dell’Unione Sovietica».
Il ruolo di Trump
Infine, il senatore russo mostra una certa fiducia nella possibilità che Trump, descritto come un «mercante conservatore» e pragmatico, possa cogliere l’inutilità di un conflitto prolungato. Klimov suggerisce che una rimozione delle sanzioni contro Mosca potrebbe aprire la strada a una ripresa delle relazioni economiche, ma riconosce che il processo sarà lungo.
L’intervista evidenzia le difficoltà di un dialogo tra Russia e Stati Uniti in un contesto internazionale caratterizzato da profonde divisioni. Le richieste russe appaiono difficilmente conciliabili con le posizioni occidentali, e la pace resta un obiettivo lontano. Tuttavia, il pragmatismo di Trump potrebbe rappresentare un’opportunità, sebbene le sfide diplomatiche da superare restino immense.