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Sciopero Scuola: Insegnanti e ATA in Piazza Contro la Riforma Valditara

31 Ott 2024 - Italia

Flc Cgil mobilita il mondo della scuola per stipendi adeguati e stabilità lavorativa: manifestazioni in 40 città italiane.

Sciopero Scuola: Insegnanti e ATA in Piazza Contro la Riforma Valditara

Sciopero Nazionale nella Scuola: La Protesta di Docenti e Personale ATA contro la Riforma Valditara

Oggi, 31 ottobre, il mondo della scuola è in mobilitazione in tutta Italia con uno sciopero generale di 24 ore che coinvolge docenti e personale ATA. La protesta, indetta dalla Flc Cgil, ha l’obiettivo di esprimere un profondo dissenso verso le politiche del governo, soprattutto in merito alla stabilità lavorativa e al potere d’acquisto degli stipendi. In 40 città italiane si svolgeranno manifestazioni, presidi e flash mob che vedranno la partecipazione anche di personale universitario, ricercatori, accademie e conservatori.

Le Ragioni dello Sciopero

Al centro della protesta, c’è la richiesta di “un contratto giusto e un lavoro stabile”. L’attuale legge di bilancio, presentata recentemente in Parlamento, è ritenuta insoddisfacente poiché non prevede risorse aggiuntive per il rinnovo dei contratti 2022-2024 e non affronta la questione dell’inflazione, che ha ormai raggiunto il 18%, erodendo notevolmente il potere d’acquisto dei salari. La precarietà del settore scolastico è un altro tema chiave: circa un quarto dei lavoratori tra il personale ATA e i docenti non gode di un contratto stabile, una situazione che penalizza non solo il personale, ma anche la qualità della didattica e il percorso educativo degli studenti.

Opposizione al Modello di Scuola “Made in Italy” e alle Politiche del Ministro Valditara

Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza Cgil, ha dichiarato che lo sciopero è anche un atto di opposizione alle riforme “regressive e autoritarie” promosse dal ministro Valditara. Secondo Fracassi, la visione del governo per il sistema scolastico italiano punta a un modello “aziendalista”, con il liceo “Made in Italy” e una filiera tecnologico-professionale che rischia di limitare l’offerta formativa e consegnare la gestione della scuola ai privati.

Inoltre, la Flc Cgil critica aspramente le nuove metodologie di valutazione basate su criteri selettivi e punitivi e la revisione delle linee guida sull’educazione civica, orientate secondo i sindacati a valori di individualismo, culto della nazione e profitto. Particolarmente controversa è l’idea dell’introduzione di classi differenziali per gli alunni non italofoni, che secondo i sindacati segnalerebbe un approccio discriminatorio.

Una Mobilitazione che Coinvolge Tutti: Prossimo Appuntamento il 15 Novembre

Nonostante le numerose richieste e i tentativi di dialogo, la Flc Cgil denuncia la mancata risposta da parte del Governo e del Ministero dell’Istruzione e del Merito alle istanze dei lavoratori. Per ribadire l’importanza di una scuola democratica, inclusiva e partecipativa, il sindacato ha annunciato un secondo appuntamento di mobilitazione il 15 novembre, con l’adesione anche degli studenti, per chiedere che il diritto allo studio e il rispetto per chi opera nella scuola siano finalmente ascoltati e valorizzati.

Questa mobilitazione rappresenta non solo una richiesta di miglioramenti salariali e contrattuali, ma anche una ferma opposizione a un modello scolastico percepito come allontanato dalla missione educativa e orientato verso un’impostazione aziendalista. La sfida aperta tra sindacati e governo si prospetta dunque complessa, e le prossime settimane saranno cruciali per capire se vi saranno spiragli di dialogo o se il braccio di ferro continuerà, con l’educazione pubblica italiana al centro del dibattito nazionale.

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