I carabinieri all’Ilva
I carabinieri del nucleo operativo ed ecologico di Lecce sono intervenuti ieri negli uffici e nelle sedi dello stabilimento siderurgico di Taranto per eseguire un ordine di acquisizione di documenti riguardanti le emissioni, in particolare nella zona della cokeria e per quanto riguarda il benzene. Questa azione è stata disposta dai pubblici ministeri Mariano Buccoliero e Francesco Ciardo, come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno.
Governo ArcelorMittal fumata nera
Nel frattempo, sembra che il futuro degli stabilimenti ex Ilva di Taranto non veda ulteriori investimenti da parte di ArcelorMittal, il colosso indiano dell’acciaio. Dopo un incontro a Palazzo Chigi tra i vertici della multinazionale e il governo, si è giunti all’ennesima conclusione negativa, con ArcelorMittal che si è dichiarata indisponibile ad assumere impegni finanziari e di investimento, nemmeno come socio di minoranza. Questo preclude l’aumento di capitale da 320 milioni di euro, proposto dal governo per portare la partecipazione statale al 66% tramite Invitalia, operazione considerata cruciale per garantire la continuità produttiva.
Il governo ha reso nota l’indisponibilità di ArcelorMittal e ha incaricato Invitalia di assumere decisioni conseguenti attraverso il proprio team legale. Nel frattempo, i sindacati sono stati convocati per giovedì prossimo per discutere della situazione e delle prossime mosse. La questione delle risorse necessarie per garantire un futuro all’azienda è al centro del dibattito, compreso l’acquisto degli impianti Ilva in amministrazione straordinaria, valutato intorno a un miliardo di euro.
I Sindacati sul piede di guerra
Le reazioni dei sindacati sono state forti, definendo l’atteggiamento di ArcelorMittal come “assolutamente inaccettabile” e chiedendo un controllo pubblico. La situazione è complicata anche a livello politico, con richieste di intervento da parte del governo per salvare la produzione di acciaio nazionale. Nel frattempo, il futuro dei 20.000 lavoratori dell’azienda rimane incerto, mentre il governo ha previsto nella legge di Bilancio un periodo di cassa integrazione straordinaria per le imprese di interesse strategico nazionale con almeno 1.000 dipendenti. La situazione è in stallo, e l’incontro tra governo e ArcelorMittal del 8 gennaio si è concluso senza soluzioni concrete.
Le organizzazioni sindacali, inizialmente attese per un incontro il 9 gennaio, saranno ora convocate dall’esecutivo nel pomeriggio di giovedì 11 gennaio, come annunciato da Palazzo Chigi al termine dell’ultimo incontro con la delegazione di ArcelorMittal.