Sergio Ramelli, finalmente giustizia alla memoria: targa e francobollo per il 50° anniversario
16 Mar 2025 - Italia
Cinquant’anni dopo la sua tragica morte, Milano rende omaggio a Sergio Ramelli con una targa commemorativa nella sua scuola e un francobollo ufficiale. Non mancano, però, le solite contestazioni fuori dal tempo.

Cinquant’anni dopo l’atroce aggressione che lo portò alla morte, Sergio Ramelli viene finalmente ricordato con il rispetto e la dignità che merita. Uno studente diciottenne, un ragazzo con idee precise, ucciso da chi non tollerava il dissenso politico. L’Italia ha il dovere di preservare la memoria di quegli anni bui, di quei morti dimenticati troppo spesso dalla narrazione ufficiale, e oggi, grazie all’iniziativa ministeriale, un segnale di giustizia storica è stato finalmente dato.
La targa al Molinari: un tributo atteso da troppo tempo
Nel cinquantesimo anniversario della vile aggressione subita da Ramelli, il suo istituto, l’ITIS Molinari di Milano, ha inaugurato una targa commemorativa con la scritta «ucciso per le sue idee». Un riconoscimento che dovrebbe essere scontato in una società democratica, ma che ha incontrato resistenze ideologiche. Basti pensare alla vergognosa opposizione di alcuni collettivi studenteschi che, incapaci di superare schemi anacronistici, hanno inscenato una protesta contro la presenza delle istituzioni.
A rappresentare il governo, il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e la Sottosegretaria Paola Frassinetti, che ha dimostrato ancora una volta la sua coerenza politica e la sua lealtà umana nel rendere omaggio a Ramelli senza tentennamenti. Una figura, la sua, che da sempre si batte per la difesa della memoria di chi, come Sergio, è stato vittima dell’odio politico. Le parole di Valditara sono state chiare: «Questa giornata deve essere un’occasione simbolica per affermare che si deve rispettare chiunque abbia delle idee, anche diverse». Un concetto che ancora oggi alcuni, purtroppo, faticano ad accettare.
Il francobollo: una memoria che vive oltre la commemorazione
Oltre alla targa, un ulteriore omaggio è arrivato con l’emissione di un francobollo commemorativo dedicato a Ramelli. Presentato dal Ministro delle Imprese Adolfo Urso, il francobollo è parte di un’iniziativa volta a rafforzare la memoria collettiva del Paese. L’immagine scelta, ispirata a un’opera di Daniele Dell’Orco, ritrae un Ramelli diciottenne, come se il tempo non avesse potuto spezzare il suo ricordo.
Parole toccanti sono state pronunciate dallo stesso Urso: «Se la sua vita non si fosse interrotta tragicamente, oggi Sergio sarebbe uno di noi, avrebbe potuto realizzare i suoi sogni così come noi stiamo realizzando i suoi». Parole che hanno commosso la sorella Susanna, testimone del dolore di una famiglia che, pur straziata, non ha mai chiesto vendetta, ma solo giustizia e verità.
Un segnale di civiltà che non può essere strumentalizzato
Mentre le istituzioni rendono il giusto omaggio a un ragazzo ucciso dalla violenza politica, qualcuno continua a negare il diritto alla memoria, rievocando slogan degni dei peggiori anni di piombo. Eppure, le commemorazioni di questi giorni dimostrano che la verità non può essere cancellata e che la memoria di Sergio Ramelli non appartiene solo a una parte politica, ma a chiunque creda nel valore della libertà di pensiero.
Grazie all’azione di un governo finalmente attento a riscrivere pagine di storia dimenticate, oggi Ramelli viene ricordato per quello che era: un ragazzo per sempre. Morto per le sue idee, ma più vivo che mai nella coscienza di chi non vuole dimenticare.