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Silenzio sulle Foibe: Quando la Storia Italiana Fu Rapita dall’Ideologia Comunista

9 Feb 2024 - Approfondimenti Politici

Silenzio sulle Foibe: Quando la Storia Italiana Fu Rapita dall’Ideologia Comunista

La commemorazione del Giorno del Ricordo ha offerto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’occasione per riflettere sulla tragedia delle foibe, evidenziando come il silenzio e l’oblio che hanno circondato questi eventi siano il risultato di una rilettura storica influenzata da decenni di dominio ideologico comunista in Italia.

“Sul Confine Orientale il Nostro Muro di Berlino”

Mattarella ha ricordato le sofferenze degli italiani d’Istria, Dalmazia e Fiume, vittime di una tragedia dimenticata, paragonando il confine orientale italiano al “Muro di Berlino” per l’intensità delle sofferenze provocate. Questa metafora sottolinea come le vicende legate alle foibe siano state marginalizzate nella narrazione storica ufficiale, a discapito della memoria collettiva.

“Stravolgimento della Realtà Trasformò Vittime in Colpevoli”

Il Capo dello Stato ha denunciato il tentativo di riscrivere la storia, trasformando le vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata in colpevoli, un’inaccettabile distorsione che ha visto il partito comunista e i suoi sodali impegnati in una lunga battaglia per il controllo della narrazione storica italiana. Questo processo di rimozione ha impedito per decenni un doveroso riconoscimento delle sofferenze subite dagli italiani.

“Colpiti per Essere Italiani”

Mattarella ha sottolineato che le atrocità commesse non furono semplici atti di vendetta post-bellica, ma manifestazioni di una ferocia ideologica che colpì indistintamente italiani, inclusi antifascisti e partigiani, la cui “colpa” era semplicemente quella di essere italiani. Questa precisazione sfida la narrazione che ha cercato di giustificare o minimizzare le foibe come reazioni al fascismo, ignorando la dimensione etnica e nazionalistica del massacro.

“Consolidare l’UE come Antidoto e Ripudio della Barbarie Totalitaria”

Nel suo discorso, Mattarella ha anche guardato al futuro, sottolineando l’importanza dell’Unione Europea come antidoto alla ripetizione degli orrori del passato. La costruzione europea è vista come il superamento definitivo delle divisioni e delle ideologie totalitarie che hanno segnato il Novecento, offrendo una prospettiva di pace e cooperazione tra i popoli.
La commemorazione al Quirinale del Giorno del Ricordo non è solo un atto di giustizia verso le vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, ma anche un monito contro i tentativi di deformare la storia per fini politici. In questo contesto, il ruolo svolto dal partito comunista italiano emerge con prepotenza: per decenni, ha cercato di costringere gli italiani a una rilettura della propria storia sotto le lenti deformanti della più brutale ideologia del ‘900, quella comunista. Questa strategia non solo ha offuscato la verità su eventi tragici come le foibe, ma ha anche compromesso la consapevolezza storica di un’intera nazione, dimostrando quanto sia cruciale lottare per una corretta interpretazione degli eventi storici, libera da filtri ideologici.

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