Siria dopo Assad: cristiani e drusi temono l’ascesa jihadista
17 Dic 2024 - Medio Oriente
La caduta del governo centrale alimenta le incertezze: le storiche minoranze religiose siriane rischiano di perdere sicurezza e autonomia di fronte alla frammentazione politica e alla minaccia estremista.
Le comunità cristiane e i drusi in Siria: timori e incertezze dopo la caduta di Assad
La caduta del governo di Bashar al-Assad ha aperto un nuovo capitolo per la Siria, segnato dall’incertezza e dalla frammentazione politica. In questo contesto, le comunità cristiane e druse, che per anni avevano trovato una relativa stabilità sotto uno Stato laico, guardano con preoccupazione al futuro, temendo l’avvento di forze estremiste e la perdita delle proprie storiche garanzie.
Le comunità cristiane: un equilibrio fragile
I cristiani siriani rappresentano una parte fondamentale del tessuto sociale e culturale del Paese, con una presenza millenaria che comprende diverse confessioni come i greco-ortodossi, i siro-ortodossi, i maroniti e i cattolici romani. Sotto il governo di Assad, queste comunità avevano goduto di un contesto stabile, con libertà di culto e sicurezza garantite dallo Stato centrale.
Con la fine del regime, però, il vuoto di potere ha creato un clima di incertezza. Sebbene non si siano ancora verificate persecuzioni sistematiche, l’assenza di un governo forte e unificante lascia spazio a preoccupazioni crescenti. La possibile affermazione di gruppi islamisti radicali, che hanno già preso piede in alcune aree, rischia di minare il delicato equilibrio interreligioso e di mettere in discussione i diritti delle minoranze.
Padre Bahjat Karakach, parroco ad Aleppo, ha sottolineato come la stabilità dello Stato siriano abbia rappresentato per anni un baluardo contro l’intolleranza religiosa. Oggi, senza un’autorità centrale forte, molti cristiani temono di perdere la protezione di cui godevano, finendo esposti a pressioni sociali e marginalizzazione.
I drusi: autonomia a rischio
La comunità drusa, storicamente concentrata nella regione montuosa di Jabal al-Druze, ha mantenuto per secoli un equilibrio delicato, preservando la propria autonomia culturale e religiosa. I drusi, con credenze peculiari derivanti dall’Islam sciita ma sviluppatesi in modo indipendente, hanno tradizionalmente evitato di schierarsi apertamente nelle tensioni politiche siriane.
Tuttavia, la caduta del governo centrale mette a rischio questa posizione di neutralità. Senza un potere forte che garantisca la loro autonomia, i drusi temono di trovarsi schiacciati tra fazioni rivali, esposti a pressioni crescenti per allinearsi con una delle forze in campo. La loro priorità rimane quella di proteggere la propria identità e di evitare un coinvolgimento in un conflitto che rischia di travolgerli.
Il vuoto di potere e la minaccia jihadista
L’instabilità politica seguita alla caduta di Assad sta creando un terreno fertile per l’ascesa di gruppi jihadisti, che cercano di affermare la propria influenza in diverse regioni della Siria. Sebbene la situazione non abbia ancora degenerato in persecuzioni sistematiche, la loro crescente presenza è motivo di allarme per tutte le minoranze religiose.
La Siria rischia di perdere il pluralismo che l’ha sempre caratterizzata, sostituendo il dialogo interreligioso con l’imposizione di ideologie estremiste. Per cristiani, drusi e altre comunità storiche, questo scenario rappresenta un pericolo concreto: senza un governo centrale che funga da garante, il rischio di marginalizzazione o pressione sociale diventa sempre più tangibile.