Siria, il massacro degli alawiti: jihadisti scatenati, Europa complice
13 Mar 2025 - Medio Oriente
Le milizie di HTS sterminano intere famiglie alawite a Latakia, Tartous e Hama. Ospedali assaltati, centinaia di vittime. Bruxelles invita un rappresentante del regime jihadista alla conferenza sui donatori: vergogna internazionale.

Dal 6 marzo 2025, la Siria è nuovamente teatro di una feroce ondata di violenza che ha colpito la minoranza alawita, con massacri sistematici nelle regioni costiere di Latakia, Tartus e Hama. L’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) ha documentato almeno 111 civili uccisi, ma l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR) riporta un bilancio molto più grave, con oltre 1.383 vittime e un conteggio ancora in corso.
Questa strage non è affatto sorprendente: il comportamento dei jihadisti è sempre lo stesso, e l’Occidente finge di stupirsi ogni volta che questi tagliagole mettono in atto i loro piani di sterminio. La realtà è che Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), l’organizzazione guidata da Al Jolani e ora al potere a Damasco, non è altro che la reincarnazione di Al-Qaeda in Siria, un gruppo che per anni è stato armato, finanziato e protetto dall’intelligence americana.
Massacri settari e barbarie jihadista
Secondo le testimonianze, gli uomini di HTS hanno fatto irruzione nelle case delle famiglie alawite, separando gli abitanti sulla base dell’appartenenza religiosa prima di giustiziarli. Intere famiglie, comprese donne e bambini, sono state trucidate in un vero e proprio genocidio settario. Un video girato in una delle zone colpite mostra decine di corpi abbandonati per strada, un’immagine che riporta alla memoria gli orrori commessi dai gruppi jihadisti nei primi anni della guerra civile siriana.
Ma non solo le case private sono state prese di mira: ospedali e strutture sanitarie di Latakia, Tartus e Baniyas sono stati attaccati tra il 6 e il 7 marzo, con medici, studenti di medicina e pazienti massacrati senza pietà. Il terrore ha spinto migliaia di alawiti alla fuga, molti dei quali hanno cercato rifugio nella base russa di Hmeimim, uno degli ultimi baluardi di sicurezza in una Siria sempre più nelle mani di questi fanatici.
L’Europa ancora una volta dalla parte sbagliata
Mentre il massacro degli alawiti prosegue, l’Unione Europea non trova di meglio che invitare Asaad al-Shaibani, ministro degli Esteri del governo jihadista di HTS, alla conferenza “Standing with Syria” del 17 marzo a Bruxelles. Un atto vergognoso, che conferma come Bruxelles continui a legittimare regimi terroristici pur di assecondare le strategie di Washington.
L’Occidente ha spazzato via Assad con anni di guerra per poi consegnare la Siria nelle mani di gruppi islamisti violenti, gli stessi che fino a pochi anni fa erano ufficialmente considerati nemici della civiltà. Ora questi criminali vengono ricevuti nelle capitali europee come rappresentanti di un “nuovo corso democratico” mentre compiono stragi di civili innocenti.
Complicità e ipocrisia occidentale
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, ha chiesto un’indagine internazionale sulle atrocità commesse, ma la realtà è che nessuno si assumerà la responsabilità politica di ciò che sta accadendo. La Siria è stata sacrificata per gli interessi geopolitici di Washington e Bruxelles, mentre l’unico governo che per anni ha garantito stabilità e protezione alle minoranze – quello di Bashar al-Assad – viene tuttora dipinto come il “male assoluto”.
L’Europa si dimostra ancora una volta debole, complice e incapace di schierarsi dalla parte giusta della storia. I massacri di questi giorni sono la diretta conseguenza della sua incapacità di riconoscere che l’unico vero argine contro il terrorismo jihadista in Siria era Assad. Ma invece di difendere chi ha combattuto il terrorismo, Bruxelles continua a ospitare i suoi carnefici.