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Strategie e Tensioni nel Mar Nero

11 Ago 2023 - Geopolitica

Strategie e Tensioni nel Mar Nero

L’Ucraina sfida Putin

Forte agitazione si percepisce nelle acque del Mar Nero, mentre venti bellici soffiano con intensità. L’Ucraina intraprende un movimento audace, cercando di svelare le carte in mano a Vladimir Putin. Questa sembra essere l’intenzione, dopo che la marina militare ucraina ha annunciato la decisione unilaterale di aprire temporanei corridoi marittimi, attraverso i quali far transitare navi cariche di grano, “in direzione e provenienza dai porti ucraini”.

Ciò avviene nonostante Mosca abbia disconosciuto l’accordo di Istanbul. Da metà luglio, le navi sono rimaste ormeggiate ai moli, incapaci di prendere il largo. Inizialmente, saranno consentite le partenze dalle località di Chornomorsk, Odessa e Pivdennyi: circa una sessantina di navi, che inizialmente non erano incluse nell’accordo stipulato un anno fa. Le “minacce belliche e il pericolo delle mine da parte della Russia” non si sono certo dissolte; il Cremlino ha già messo in guardia, affermando di poter prendere di mira alcune imbarcazioni che cercheranno di rompere il blocco, temendo che possano trasportare armamenti.

Kiev è ben consapevole di ciò e, pertanto, ha enfatizzato che “saranno autorizzate a navigare lungo queste rotte solo le navi i cui armatori e comandanti confermeranno la loro prontezza a solcare queste acque in condizioni attuali”. In poche parole, il rischio a cui si espongono è evidente. Nonostante ciò, il governo ucraino è determinato a procedere, convinto che, nel caso Putin dovesse compiere rappresaglie, il mondo lo vedrebbe come colui che deliberatamente colpisce il rifornimento di cibo. Quindi, lo Zar è messo alle strette.

Il Mar Nero palcoscenico di guerra

Il Mar Nero è già diventato il palcoscenico di una drammatica guerra. Il presidente Volodymyr Zelensky assicura che entro la fine del conflitto, la flotta russa si ridurrà a “zero navi”, come conseguenza delle incursioni perpetrate dalla marina ucraina per difendersi.

Ai bombardamenti russi nei porti del sud dell’Ucraina, che hanno distrutto circa 60mila tonnellate di cereali, l’esercito ucraino ha risposto con attacchi aerei tramite droni marittimi, colpendo l’infrastruttura portuale di Novorossijsk. Quest’ultima è anche il punto terminale del Caspian Pipeline Consortium, che trasporta fino a 1,3 milioni di barili di petrolio dal Kazakistan. Uno degli episodi più significativi è stato il naufragio della nave d’assalto anfibia Olenegorskij Gornjak. Recentemente, la petroliera russa Sig, una delle più imponenti tra quelle commerciali, è stata colpita da un attacco.

Inoltre, il porto di Sebastopoli in Crimea è diventato un triste protagonista delle cronache giornaliere, avvolto da fumo a causa degli incessanti attacchi ucraini. Missili e droni delle due fazioni continuano a solcare il cielo sopra il Mar Nero, mentre si scambiano colpi per raggiungere i rispettivi bersagli. Questa porzione di mare si è trasformata nel cuore pulsante di un nuovo scenario mondiale.

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