Tajani mette in discussione i benefici dell’accordo con la Cina
3 Set 2023 - Italia
“Vogliamo continuare a lavorare intensamente con la Cina”. Queste sono le parole del Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, pronunciate durante il suo intervento al forum Ambrosetti. Ma il tono dell’intervento non è stato interamente positivo. Tajani ha sollevato importanti questioni sull’efficacia della Via della Seta per l’Italia, un’iniziativa che aveva generato grandi aspettative negli ultimi anni.
Mentre l’Italia ha registrato esportazioni per 16,5 miliardi di euro verso la Cina nel 2022, la Francia e la Germania hanno superato l’Italia con rispettivamente 23 miliardi e un impressionante 107 miliardi. Tali cifre sollevano interrogativi sulla posizione competitiva dell’Italia in questa importante iniziativa commerciale.
“Il Parlamento dovrà fare una valutazione”, ha sottolineato Tajani, suggerendo che la partecipazione italiana al progetto potrebbe essere in bilico. Ma nonostante queste preoccupazioni, il Ministro ha ribadito la necessità di un legame forte con la Cina, pur riconoscendola come “un partner ma anche un concorrente, un rivale sistemico”.
Tajani ha anche evidenziato l’importanza di una strategia congiunta a livello europeo per competere efficacemente con Pechino. “Se vogliamo competere con Pechino, abbiamo bisogno di una politica estera europea e di regole che garantiscano la competitività delle nostre realtà industriali”.
Le parole del Ministro degli Esteri italiano riflettono le crescenti sfide che l’Italia e l’Europa affrontano nel navigare nella complessa dinamica con la Cina. La Via della Seta, pur essendo un’iniziativa di portata storica, richiede un esame critico per garantire che sia veramente vantaggiosa per tutte le parti coinvolte.
In questo contesto, il dibattito in corso sul futuro dell’Italia nella Via della Seta assume un’importanza cruciale. La decisione del Parlamento, attesa nei prossimi mesi, determinerà la direzione delle relazioni commerciali e diplomatiche tra Italia e Cina per gli anni a venire.