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Tensioni nella Maggioranza: Ritirati gli Emendamenti della Lega alla Manovra

23 Nov 2023 - Italia

Tensioni nella Maggioranza: Ritirati gli Emendamenti della Lega alla Manovra

Tre emendamenti alla manovra presentati dalla Lega in Commissione Bilancio del Senato hanno scatenato un piccolo caso all’interno della coalizione di governo, portando al loro ritiro in poche ore e alla loro conversione in ordini del giorno. Questo evento ha messo in evidenza le tensioni interne, in quanto l’accordo raggiunto dopo il varo della legge di bilancio in Consiglio dei Ministri prevedeva che le forze politiche di maggioranza non depositassero emendamenti.

Le richieste di Giorgetti

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva più volte espresso l’auspicio di non vedere emendamenti di maggioranza in Commissione, considerando il contesto macroeconomico globale e le risorse limitate e vincolate della legge di bilancio, in particolare per il mantenimento del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35 mila euro nel 2024. Le opposizioni, nel frattempo, hanno depositato circa 2.600 emendamenti, con focus su temi come la sanità e il salario minimo.

La responsabilità di Romeo

Il capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo, ha assunto la responsabilità di questo passo falso, attribuendolo a un malinteso. Secondo Romeo, c’era l’impressione che la presentazione di due o tre emendamenti simbolici fosse permessa, ma si è reso conto dell’errore e ha prontamente agito per ritirarli e trasformarli in ordini del giorno.

Le reazioni nella Maggioranza

All’interno del partito, l’incidente è stato minimizzato come un semplice malinteso senza significato politico profondo. Gli emendamenti, di natura simbolica e a costo zero, sono stati rapidamente corretti e trasformati in ordini del giorno, riguardanti temi come il contributo alla finanza pubblica degli enti locali, le norme sui pendolari transfrontalieri con la Svizzera e il trattamento economico previdenziale della magistratura onoraria.

Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha commentato che chi sperava in una frattura dell’accordo di maggioranza è rimasto deluso.

Le Reazioni delle Opposizioni

Le reazioni delle opposizioni non si sono fatte attendere. Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva in Senato, ha interpretato l’azione della Lega come un segnale politico di insofferenza e una rottura del patto di maggioranza. Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha evidenziato la fragilità del governo Meloni, considerando gli emendamenti della Lega come un tradimento del diktat di Palazzo Chigi.

Prossimi Sviluppi

L’esame del testo in Senato è stato posticipato di alcuni giorni, con l’inizio previsto per il 12 dicembre e la conclusione attesa alla Camera entro il 23 dicembre. Si attende inoltre un maxi emendamento del governo in Commissione, che potrebbe proporre modifiche in materia di pensioni per alcune categorie del pubblico impiego. Questa situazione ha già suscitato reazioni, come la giornata di sciopero organizzata dai medici per il 5 dicembre in risposta al taglio dell’assegno mensile. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha rassicurato che la questione sarà risolta, affermando che i medici sono già a conoscenza di questa soluzione.

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