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Toni Negri: Uno pseudo Intellettuale Divisivo nell’Italia degli Anni di Piombo

17 Dic 2023 - Approfondimenti Politici

Toni Negri: Uno pseudo Intellettuale Divisivo nell’Italia degli Anni di Piombo

Toni Negri, storico leader di Autonomia Operaia e figura emblematica degli Anni di piombo, è recentemente scomparso a Parigi all’età di 90 anni. Il suo decesso ha riacceso un dibattito sulla sua eredità, oscillante tra l’ammirazione ideologica di una sinistra massimalista e la condanna, passata in giudicato, per il suo presunto ruolo nella turbolenta politica italiana degli anni ’70 e ’80.

Negri, nato a Padova in una famiglia operaia, si è distinto come uno dei massimi studiosi del pensiero politico di Baruch Spinoza e un importante teorico della sinistra extraparlamentare e del marxismo operaista. La sua carriera politica inizia con il Partito socialista, per poi evolversi attraverso varie fasi, inclusa la fondazione di riviste e case editrici schierate come Classe Operaia e Marsilio Editore.

Tuttavia, è il suo coinvolgimento con Autonomia Operaia che ha definito gran parte della sua vita pubblica. La sua filosofia di “violenza politica” e le sue teorie radicali hanno contribuito a dividere l’opinione pubblica e ad insanguinare le strade italiane, con molti che lo vedono come un “cattivo maestro” responsabile dell’escalation della violenza politica in Italia.

Le accuse legali contro Negri sono state gravi e numerose, inclusa la presunta leadership occulta delle Brigate Rosse e un ruolo nel sequestro di Aldo Moro. Queste accuse, sempre negate da Negri, hanno portato a una lunga detenzione e a una condanna a 12 anni di reclusione per associazione sovversiva, di cui ne ha scontati dieci, parte in semilibertà.

Negri ha anche vissuto come latitante a Parigi per circa 14 anni, sfruttando la “dottrina Mitterand” prima di tornare in Italia per scontare il resto della sua pena. Dopo la liberazione, ha continuato la sua carriera come saggista, collaborando con Michael Hardt in opere influenti come “Empire” e “Multitude”, affrontando le trasformazioni della società nell’era della globalizzazione.

Il suo impatto sulla cultura politica e intellettuale italiana è indiscutibile. Figure come il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il filosofo Massimo Cacciari hanno espresso opinioni contrastanti sul suo lascito. Mentre Cacciari ha sottolineato l’importanza di ricordare il rilievo culturale di Negri, Sangiuliano lo ha descritto come un “cattivo maestro”.

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One response

  1. RODOLFO BROGNA ha detto:

    Un criminale ideologico – Stop!

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