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Tre palestinesi uccisi nel campo profughi di Jenin

7 Ago 2023 - Mondo

Tre palestinesi uccisi nel campo profughi di Jenin

Le tensioni nell’area del Medio Oriente sono esplose nuovamente, con un sanguinoso episodio che ha visto coinvolti le Forze di Difesa Israeliane e una cellula terroristica palestinese nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Le autorità militari israeliane hanno affermato di aver sventato un attacco terroristico che era imminente, ma l’operazione ha avuto un prezzo alto con la morte di tre persone.

Secondo quanto riferito dal Times of Israel, unità speciali delle Forze di Difesa Israeliane hanno bloccato un veicolo all’uscita del campo profughi di Jenin, aprendo il fuoco e uccidendo i tre passeggeri a bordo. Il portavoce militare ha dichiarato che uno dei passeggeri era un comandante militare locale di nome Naif Abu Tsuik, coinvolto in attività militari dirette dai terroristi nella Striscia di Gaza e contro le forze di sicurezza israeliane.

Le Forze di Difesa Israeliane hanno definito l’operazione come “la neutralizzazione di una cellula terroristica” e l’hanno eseguita in seguito all’attentato di Tel Aviv, commesso da un miliziano palestinese proveniente proprio da Jenin.

La reazione di Hamas, il gruppo di resistenza palestinese, non si è fatta attendere. Hazem Qassem, uno dei portavoce di Hamas, ha minacciato che il nemico non eviterà di pagare il prezzo dei suoi crimini dopo aver assassinato tre palestinesi. Le tensioni e le ostilità tra le parti coinvolte continuano a crescere, e la situazione è estremamente instabile.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha elogiato le forze di sicurezza per la loro azione, promettendo che Israele continuerà ad agire contro coloro che minacciano la vita degli israeliani, ovunque e in qualsiasi momento.

Questo episodio tragico si inserisce in una spirale di violenza persistente nell’area, che sta vivendo uno degli anni più sanguinosi dalla Seconda Intifada (2000-2005). Finora, nel corso dell’anno, 176 palestinesi sono stati uccisi nell’area, la maggior parte dei quali erano attentatori o miliziani uccisi negli scontri armati con le truppe israeliane. Tuttavia, la perdita di vite umane ha coinvolto anche civili, compresi 30 minori.

Contemporaneamente, si sta assistendo alla proliferazione di nuovi gruppi armati palestinesi, che compiono sempre più attacchi, provocando la morte di 28 persone da parte israeliana, la maggior parte delle quali erano coloni, tra cui cinque minorenni e tre in uniforme.

L’area del Medio Oriente rimane dunque una polveriera pronta ad esplodere in qualsiasi momento, e gli sforzi per una soluzione pacifica e duratura continuano a essere sfidanti e complessi. La comunità internazionale deve continuare a monitorare attentamente la situazione e lavorare per promuovere la pace e la stabilità nella regione.

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