Tregua di 30 giorni in Ucraina: Kiev dice sì, ora la palla passa a Mosca
12 Mar 2025 - Mondo
Dopo otto ore di negoziati a Gedda, Ucraina e Stati Uniti raggiungono un accordo per un cessate il fuoco temporaneo. Trump pronto a parlare con Putin, mentre gli aiuti militari americani riprendono. Il Cremlino dovrà decidere il prossimo passo.

Dopo più di tre anni di guerra e una tensione crescente tra Kiev e Washington, si apre uno spiraglio concreto per un cessate il fuoco grazie ai negoziati di Gedda. Il faccia a faccia tra le delegazioni di Stati Uniti e Ucraina è stato il primo contatto di alto livello dopo il disastroso incontro del 28 febbraio scorso tra Zelensky e Trump nello Studio Ovale, che aveva portato alla sospensione degli aiuti militari americani. Oggi, però, la musica è cambiata e la Casa Bianca sembra aver deciso di rimettere sul tavolo il dossier ucraino con una nuova strategia.
Una tregua di trenta giorni, ma la palla passa a Mosca
Dopo otto ore di trattative, Kiev ha accettato la proposta statunitense per una tregua immediata di trenta giorni, con possibilità di estensione. Un cessate il fuoco che, però, resta condizionato all’accettazione da parte della Russia. Il passo è importante, ma non ancora decisivo. Ora Mosca dovrà dire la sua e il vero gioco diplomatico si sposta al Cremlino, dove nei prossimi giorni è atteso l’inviato di Trump, Steve Witkoff, con l’obiettivo di far avanzare la trattativa e aprire un canale diretto tra Putin e il presidente americano.
Gli Stati Uniti tornano in gioco
Se la tregua prenderà forma, sarà grazie a un cambio di passo evidente da parte degli Stati Uniti, che oltre a garantire la ripresa immediata degli aiuti militari e della condivisione di intelligence con l’Ucraina, vogliono chiudere definitivamente la partita con una pace che salvaguardi i loro interessi strategici. Nelle ultime settimane, Kiev ha mostrato i muscoli con attacchi massicci su Mosca, come a voler dimostrare di poter continuare la guerra anche senza il sostegno americano. Ma la realtà è ben diversa e la dipendenza dall’appoggio di Washington è un dato di fatto.
Il nodo delle risorse ucraine
Al centro del tavolo resta anche il tema dello sfruttamento delle risorse minerarie ucraine, su cui non è stato trovato ancora un accordo, ma che rappresenta il vero nodo della trattativa. Un’industria strategica che fa gola a molti e che sarà probabilmente una delle monete di scambio nei futuri negoziati. Un segnale chiaro di come questa guerra abbia molte più sfumature economiche e geopolitiche di quanto si voglia far credere.
Trump e Putin, il dialogo si riapre
Donald Trump ha confermato che parlerà direttamente con Vladimir Putin nei prossimi giorni, lasciando intendere che la Casa Bianca sta lavorando a un’uscita ordinata dal conflitto senza cedere troppo terreno. Zelensky, da parte sua, ha accolto la tregua come un’opportunità, ma sa bene che le sue carte sono sempre meno e che sarà difficile per lui dettare le condizioni finali della pace. Dopo anni di propaganda bellicista, la retorica si sta sgretolando di fronte alla realtà del campo di battaglia e alle necessità politiche di chi, a Washington, detta davvero le regole del gioco.