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Trump e Harris: il confronto tra due mondi

11 Set 2024 - USA

Nel primo dibattito presidenziale, Donald Trump e Kamala Harris si sono scontrati su temi chiave come l'inflazione, i diritti sull'aborto, le relazioni con Israele e il conflitto in Ucraina, delineando visioni radicalmente diverse per il futuro degli Stati Uniti.

Trump e Harris: il confronto tra due mondi

Il dibattito presidenziale tra Donald Trump e Kamala Harris, svoltosi il 10 settembre 2024 a Filadelfia, ha visto i due candidati scontrarsi su una serie di questioni fondamentali per l’elettorato americano. Oltre ai temi economici, sono emersi argomenti legati ai diritti civili, la politica estera e la sicurezza nazionale, in un confronto che ha messo in luce la divisione tra due visioni del mondo e della società molto diverse per il futuro del Paese.

Economia: inflazione ed energia al centro

Donald Trump ha accusato l’amministrazione Biden-Harris di aver causato un aumento insostenibile dell’inflazione e del costo della vita, legato alla dipendenza energetica dall’estero. Ha promesso di rilanciare la produzione di energia nazionale, abbassando i costi per i cittadini. Kamala Harris ha difeso la gestione economica, attribuendo parte delle difficoltà attuali alle politiche di Trump e rivendicando i successi della sua amministrazione in termini di occupazione e crescita post-pandemia.

Immigrazione: il confine meridionale e la sicurezza nazionale

L’immigrazione è stato uno degli argomenti più caldi del dibattito. Trump ha criticato Harris per la politica dei “confini aperti” e ha promesso di completare il muro al confine con il Messico. Harris ha risposto sostenendo che l’amministrazione Biden-Harris ha cercato un equilibrio tra sicurezza e umanità, puntando su una riforma globale dell’immigrazione.

Politica estera: rapporti con Cina, Russia e Ucraina

Uno dei punti più accesi è stato il rapporto con la Cina. Trump ha accusato Harris di essere stata troppo accomodante, permettendo una maggiore influenza cinese negli Stati Uniti. Sul fronte russo, Harris ha criticato Trump per il suo approccio morbido nei confronti di Mosca, difendendo il sostegno all’Ucraina. Trump, dal canto suo, ha proposto di ridurre il coinvolgimento militare e puntare su una soluzione diplomatica per la fine del conflitto in Ucraina.

Aborto: i diritti riproduttivi al centro del dibattito

Il tema dei diritti riproduttivi ha infiammato la discussione. Kamala Harris ha ribadito il suo impegno a difendere il diritto all’aborto e a proteggere le donne dalle restrizioni imposte in molti stati dopo la sentenza della Corte Suprema del 2022. Trump, che ha celebrato l’annullamento della decisione Roe v. Wade, ha difeso il diritto degli stati di legiferare in materia, lasciando la questione alle singole giurisdizioni.

Rapporto con Israele: politica mediorientale e alleanze strategiche

Nel corso del dibattito, Trump ha sottolineato il suo forte sostegno a Israele durante la sua presidenza, citando il trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme come un esempio chiave. Ha criticato Harris per non aver difeso Israele con la stessa fermezza, sostenendo che la sua amministrazione ha indebolito l’alleanza tra i due paesi. Harris ha ribadito l’impegno dell’amministrazione Biden-Harris verso la sicurezza di Israele, pur puntando su un approccio diplomatico equilibrato nella regione mediorientale.

Un dibattito polarizzato

Il dibattito ha confermato le profonde differenze tra Donald Trump e Kamala Harris su temi centrali come economia, politica estera, diritti civili e sicurezza nazionale. Trump ha cercato di fare leva sulla nostalgia del suo precedente mandato e sulle critiche all’attuale amministrazione, mentre Harris ha puntato su una visione progressista e inclusiva, difendendo i risultati raggiunti e proponendo soluzioni per le sfide future. Il confronto ha lasciato una netta polarizzazione tra i due candidati, riflettendo la divisione che caratterizza l’elettorato americano in vista delle elezioni di novembre​.

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One response

  1. Marco Di Bello ha detto:

    Siamo davanti all’innegabile declino della potenza USA la cui politica estera potrebbe offrire due visioni entrambe anacronistiche perché gerontocratiche: Trump per la chiusura dei confini non solo agli immigrati ma anche economici in una propaganda stolta e puerile che nega aria giovane e piena di idee al museo WASP; dall’altra i DEM rappresentati dall’ennesima attrice del politicamente corretto, determinata nel conseguimento inappellabile delle politiche di morte siano esse abortiste o guerrafondaie; dall’ordine di bombardare Belgrado all’omicidio Bin Laden fino al riammodernamento dell’arsenale nucleare, le amministrazioni DEM si sono rivelate più affidabili nel supportare un’economia di guerra con cui si spera forse di consolidare i bilanci in un globale riarmo talmente pericoloso che si parla di terza guerra mondiale; l’impressione lasciatami dal dibattito è quella di una desolante preoccupazione.

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