Trump infiamma New York: attacchi ai Dem e promesse shock
28 Ott 2024 - USA
Nel comizio al Madison Square Garden, l’ex presidente attacca i Democratici, promette dazi, pena di morte per reati degli immigrati e un’America più forte, con il sostegno di Elon Musk e Robert Kennedy Jr.
Trump infiamma la campagna elettorale con un comizio provocatorio a New York
Si è chiuso sulle note di “New York, New York” il comizio di Donald Trump al Madison Square Garden, dedicato dall’artista alla coppia Trump e Melania. La scelta musicale, però, ha ben poco alleviato il tono cupo e incendiario che ha pervaso il discorso dell’ex presidente, marcato da attacchi frontali e promesse radicali. In una serata che ha visto la partecipazione di volti noti, tra cui la moglie Melania e il miliardario Elon Musk, Trump ha puntato il dito contro la vicepresidente Kamala Harris e i Democratici, definiti “nemici del popolo”, rispolverando una retorica di contrapposizione e nazionalismo.
Un comizio tra accuse e promesse radicali
Nel corso dei suoi settanta minuti sul palco, Trump ha sfoderato una serie di accuse e promesse, portando la sua campagna a un livello di drammaticità e risentimento. La vicepresidente Harris è stata il bersaglio principale, descritta come un “disastro” che avrebbe mentito su questioni essenziali, come il suo passato lavorativo e la gestione delle crisi nazionali. Trump ha prefigurato il futuro, promettendo di “licenziarla” qualora vincesse le elezioni, e ha rilanciato l’allarme di potenziali brogli elettorali, un tema che richiama le polemiche legate alla sconfitta del 2020.
Trump ha anche annunciato misure drastiche in materia di immigrazione e sicurezza: “pena di morte per gli immigrati che uccideranno cittadini americani” è stato uno dei proclami più eclatanti, riscuotendo ampi consensi nella folla. Non ha mancato di criticare i Democratici per la gestione delle risorse federali, accusandoli di aver destinato fondi agli immigrati piuttosto che alle vittime degli uragani, suscitando indignazione tra i sostenitori.
Attacco all’ordine internazionale e alla globalizzazione
In un discorso che ha oscillato tra nazionalismo e isolazionismo, Trump ha toccato temi di politica internazionale, promettendo di “porre fine alla guerra in Ucraina” e “riportare ordine in Medio Oriente”. Ha inoltre ribadito la sua volontà di instaurare una politica economica protezionista, con dazi al 100 o 200 per cento sulle importazioni dalla Cina e da altri Paesi, pur senza specificare quali. Le sue parole, destinate a colpire un elettorato stanco di un modello globalizzato, hanno mirato a posizionare la sua visione come unica strada per “rendere di nuovo forte l’America”.
Non sono mancate le risposte alla controversia su un suo presunto autoritarismo. Trump ha negato di voler agire da dittatore, come recentemente insinuato dal generale John Kelly, ribadendo di essere solo “una brava persona che vuole il bene dell’America”. Il discorso si è rivelato in parte una rivendicazione del proprio operato passato, come quando ha ricordato di aver definito “stupidi” i suoi generali, per poi assicurare i presenti che, con lui al potere, “gli altri Paesi smetteranno di riderci dietro”.
La presenza di Elon Musk e le controversie razziali
Tra gli ospiti di rilievo, Elon Musk ha ribadito il proprio sostegno a Trump, dichiarando che sotto la sua guida “l’America raggiungerà livelli mai visti prima”. Tuttavia, la serata non è stata priva di polemiche. L’intervento del comico Tony Hinchcliffe, che ha fatto battute offensive su Porto Rico e la comunità ispanica, ha suscitato aspre critiche. Celebrità come Ricky Martin hanno reagito sui social, invitando il pubblico a supportare Harris, rafforzando così le divisioni in vista del voto.
Robert Kennedy Jr. e l’attacco al Partito Democratico
Un intervento di particolare rilevanza è stato quello di Robert Kennedy Jr., che, nonostante in passato abbia criticato Trump, ha attaccato duramente il Partito Democratico definendolo “il partito della CIA, della guerra, di Wall Street”. La sua presenza ha ricevuto applausi calorosi, rafforzando l’immagine di un fronte comune in opposizione all’attuale leadership democratica.
Una base elettorale galvanizzata e la sicurezza della vittoria
Nonostante la presenza imponente, alcune immagini virali mostrano sostenitori che lasciavano l’arena prima della conclusione del comizio. Tuttavia, i sostenitori rimasti hanno espresso fiducia nella vittoria di Trump, convinti che, non solo vincerà, ma lo farà con un netto vantaggio. Trump ha alimentato tale fiducia, affermando che il voto anticipato lo vede in testa in tutti i principali Stati chiave, anche se senza fornire dati specifici.
Il comizio al Madison Square Garden rappresenta dunque un altro passo di una campagna che punta a scuotere profondamente l’elettorato americano, polarizzando l’opinione pubblica in vista delle elezioni del 2024. Trump, con il suo stile unico e controverso, continua a delineare una visione di un’America in lotta, dove solo un cambiamento radicale può garantirne la sicurezza e il prestigio internazionale.