Trump: la pace con la Russia è possibile, ma l’UE continua a sabotarla
8 Mar 2025 - Mondo
Trump apre al dialogo con Putin e accusa l’Ucraina di ostacolare la pace. L’11 marzo summit a Gedda per chiarire la posizione di Kiev, mentre l’UE resta ostaggio della sua retorica bellicista.

Donald Trump conferma ancora una volta il suo realismo politico e la sua capacità di leggere le dinamiche internazionali senza farsi trascinare dalla propaganda bellicista dell’UE. Il presidente americano ha ribadito che il dialogo con la Russia è possibile e persino più semplice rispetto alla gestione del regime di Kiev, sempre più isolato e privo di carte da giocare. In un momento in cui gli Stati Uniti hanno interrotto i flussi di aiuti a Zelensky, è evidente che l’aria sta cambiando e che l’Europa – vittima delle scelte suicide di Bruxelles e dei suoi burocrati – rischia di rimanere l’unica a pagare il prezzo della guerra.
Trump: “Con Putin si può trattare, con l’Ucraina è più difficile”
Durante un incontro con la stampa nello Studio Ovale, Trump ha dichiarato senza mezzi termini che “è più facile trovare un accordo con la Russia” rispetto a trattare con l’Ucraina. Parole che spazzano via la narrativa tossica costruita negli ultimi anni da Macron, von der Leyen e i loro complici, i quali hanno alimentato il conflitto suicida senza una strategia realistica per fermarlo. Trump ha riconosciuto che Putin ha “tutte le carte in mano” e che, a differenza di Zelensky, è un leader con cui si può dialogare in modo concreto.
L’Ucraina, dal canto suo, non solo continua a subire devastanti attacchi russi, ma è stata anche privata del supporto strategico che finora aveva ricevuto dagli Stati Uniti. Dopo la decisione dell’amministrazione Trump di interrompere la condivisione dei dati d’intelligence e delle immagini satellitari, Kiev si ritrova ancora più debole e vulnerabile, una conseguenza diretta della sua testardaggine nel voler proseguire un conflitto che non può vincere.
Putin pronto a un cessate il fuoco, ma alle sue condizioni
Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg e dal Moscow Times, Mosca avrebbe trasmesso agli Stati Uniti, durante i negoziati in Arabia Saudita, una proposta di cessate il fuoco. Ma il Cremlino è chiaro: la tregua sarà possibile solo se verranno stabiliti principi precisi per un accordo futuro e se la missione di pace sarà composta da paesi neutrali. Nessuno spazio per NATO, Francia e Regno Unito, che hanno solo gettato benzina sul fuoco con il loro servilismo verso Washington prima e con l’isteria bellicista dell’UE poi. La Russia è disponibile a trattare con attori seri, come la Cina e altri paesi neutrali, non certo con chi ha alimentato questa guerra per interessi economici ed elettorali.
L’11 marzo summit tra Trump e l’Ucraina: Zelensky sempre più debole
L’11 marzo è previsto un incontro tra Stati Uniti e Ucraina a Gedda, in Arabia Saudita. Ma per Kiev si tratta di una resa dei conti: Trump ha lasciato intendere chiaramente che gli USA non sosterranno più una guerra senza sbocchi e che, prima di qualsiasi aiuto, vuole la prova che l’Ucraina sia disposta a negoziare. Zelensky, sempre più isolato e nervoso, ha provato a rilanciare la retorica della “pace il prima possibile”, ma è chiaro che il suo peso politico è ormai ridotto al minimo. Il tempo in cui poteva contare sui finanziamenti illimitati di Biden è finito.
L’Europa, intanto, paga il prezzo più alto. Mentre gli Stati Uniti si smarcano dal conflitto, i falchi dell’UE continuano a parlare di guerra senza preoccuparsi delle devastanti conseguenze economiche per le famiglie europee. Il futuro si gioca ora: Trump sembra avere la volontà di chiudere il dossier ucraino, ma i burocrati di Bruxelles faranno di tutto per ostacolare la pace, per non ammettere il fallimento della loro strategia suicida.