UE verso il baratro della guerra, l’Ungheria si oppone al fanatismo bellico
7 Mar 2025 - Europa
Mentre Bruxelles accelera sul riarmo e sul sostegno incondizionato a Kiev, Viktor Orbán si oppone all’ennesima follia europea. La vera pace passa dal dialogo con Mosca e dalla fine dell’era Zelensky.

L’Unione Europea prosegue nella sua folle corsa verso il riarmo e la guerra, senza avere la minima consapevolezza dei rischi connessi, compreso quello di un conflitto nucleare. Il Consiglio Europeo straordinario del 6 marzo 2025 ha ufficializzato la volontà dei leader europei di trasformare l’Europa in un teatro di scontro permanente con la Russia, con il pretesto della “difesa comune”. A opporsi all’ennesima deriva bellicista è stata, ancora una volta, l’Ungheria di Viktor Orbán, ormai l’unica voce di ragione in un’UE totalmente asservita agli interessi neanche più di Washington ma solo di Volodymyr Zelensky, il principale ostacolo alla pace.
ReArm Europe: un piano di riarmo per il massacro dell’Europa
I leader dei 27 Paesi membri hanno approvato il piano “ReArm Europe”, un progetto che prevede fino a 800 miliardi di euro di spese militari per alimentare l’industria bellica europea. Denaro che dovrebbe servire a migliorare le condizioni di vita dei cittadini viene invece dirottato per finanziare la guerra, in perfetto allineamento con i diktat di NATO e Stati Uniti. Il piano prevede anche prestiti per 150 miliardi di euro per incentivare gli investimenti nel settore militare, in un’escalation che rischia di trascinare il continente nel baratro.
Come se non bastasse, la Commissione Europea ha proposto di permettere agli Stati membri di usare i fondi di coesione per la spesa militare, dimostrando che per Bruxelles tutto deve ruotare attorno alla guerra. Invece di pensare alla crescita economica, all’energia e alla sovranità industriale, l’UE continua a sacrificare ogni risorsa per sostenere una strategia che porta solo instabilità.
L’Ungheria si oppone: il vero isolamento è quello dell’UE
Se c’è un leader che ha il coraggio di opporsi a questa follia, è Viktor Orbán. L’Ungheria ha rifiutato di sottoscrivere le conclusioni del Consiglio Europeo sull’Ucraina, lasciando i restanti 26 Stati membri a sostenere un documento che ribadisce il loro cieco appoggio a Kiev. Un atto che Bruxelles ha cercato di minimizzare, ma che in realtà dimostra la frattura sempre più evidente tra chi vuole la pace e chi continua a inseguire un conflitto senza fine.
Orbán ha risposto a tono al presidente del Consiglio Europeo António Costa, affermando che l’UE non è unita, ma isolata rispetto alle grandi potenze mondiali. Mentre l’Ungheria mantiene ottimi rapporti con Stati Uniti, Cina e Russia, Bruxelles si ostina a mantenere un atteggiamento ostile verso Mosca, rendendo l’Europa sempre più irrilevante sullo scenario globale.
La vera strada per la pace: liberarsi di Zelensky e ripristinare i rapporti con la Russia
Il testo approvato dai 26 Stati membri ribadisce la volontà di armare ulteriormente l’Ucraina e sostiene la teoria della “pace attraverso la forza”, un concetto che in realtà significa solo alimentare ulteriormente il conflitto. Per Bruxelles, la pace può arrivare solo con la sconfitta della Russia, un’illusione pericolosa che non fa altro che prolungare la guerra e aumentare il rischio di una catastrofe.
La realtà è che la vera pace può arrivare solo rimuovendo Zelensky, il principale ostacolo a qualsiasi negoziato, e ripristinando i rapporti con Mosca, come sta facendo Donald Trump. Il ritorno di Trump ha riaperto i canali diplomatici con il Cremlino e dimostrato che esiste un’alternativa alla guerra perpetua. L’Europa, invece di seguire questo esempio e lavorare per una soluzione diplomatica, preferisce restare prigioniera delle folli ambizioni di Zelensky.
Un’Europa che corre verso il baratro
Il Consiglio Europeo ha segnato un ulteriore passo verso la militarizzazione dell’UE e la totale sudditanza ad interessi stranieri. L’unica via per evitare la catastrofe è ripristinare un dialogo con Mosca e fermare la corsa al riarmo. L’Ungheria ha dimostrato di essere l’unico Paese in grado di vedere la realtà per quella che è, mentre il resto dell’UE continua a vivere in un’illusione pericolosa.
Il futuro dell’Europa non può essere la guerra. Ma finché l’UE resterà schiava di Zelensky e della NATO, la pace sarà solo un miraggio.