Valencia: proteste contro i Reali durante la visita alle zone alluvionate
4 Nov 2024 - Europa
Indignazione e rabbia accolgono i Reali di Spagna nelle aree colpite dalle inondazioni. Cittadini e soccorritori accusano ritardi e limitazioni nei soccorsi, tra tensioni e malumori crescenti.
Visita reale e tensioni in Valencia: il malcontento dei cittadini colpiti dalla catastrofe si riversa sui Reali di Spagna
La visita dei Reali di Spagna, Felipe VI e Letizia, alle zone devastate dalle inondazioni a Valencia ha suscitato un’ondata di indignazione tra i valenciani, molti dei quali, colpiti dalla tragedia e impegnati nei soccorsi, hanno espresso apertamente il loro dissenso. Urla di “assassini” e “fuori, fuori” hanno accolto i reali, accompagnati da lanci di fango e tentativi di respingimento che hanno reso necessario un cordone di sicurezza rafforzato.
Il divieto di accesso ai volontari scatena il malcontento
L’arrivo della coppia reale, annunciato poche ore prima, ha coinciso con l’ordinanza del presidente della Generalitat Valenciana, Carlos Mazón, che ha limitato l’accesso dei volontari a undici municipi della zona più colpita dalle inondazioni, tra cui Aldaia, Alaquàs e Benetússer. La misura, ufficialmente motivata dal rischio climatico, è stata vista da molti come un tentativo di evitare proteste contro i reali, nascondendo la reale portata del disastro e sottraendo ore preziose alle operazioni di soccorso e pulizia. Numerosi cittadini hanno ignorato l’ordinanza e sono scesi in strada, determinati a far sentire la loro voce.
La reazione emotiva dei Reali e l’indignazione della popolazione
Durante la visita, la regina Letizia, visibilmente commossa, è scoppiata in lacrime di fronte alle scene di devastazione, portando le mani al viso mentre uno dei presenti cercava di rassicurarla, dicendole che la colpa non era sua. Sorte diversa per il premier Pedro Sánchez, colpito da un oggetto durante la visita e contestato duramente dai cittadini. Sánchez ha condannato ogni tipo di violenza, mentre il re Felipe ha sottolineato la necessità di comprendere la rabbia e la frustrazione delle persone colpite: “Dobbiamo dare loro speranza e garantire che lo Stato sia presente”.
Una gestione contestata e la crescente tensione sociale
La reazione della popolazione non è una sorpresa, considerando la crescente insoddisfazione per la gestione dell’emergenza. Mazón, infatti, è stato accusato di essere il principale responsabile della tardiva attivazione dei soccorsi, aggravata dalla mancata allerta preventiva. La situazione ha portato all’arrivo di oltre diecimila tra militari e poliziotti per intensificare le operazioni di soccorso, con il rischio, però, che l’affollamento ostacoli ulteriormente i soccorsi.
Un intervento necessario per ristabilire la fiducia
Questa vicenda sottolinea la necessità di una risposta politica e sociale che sappia affrontare non solo l’emergenza ma anche il risentimento di una popolazione duramente colpita e delusa. L’intervento reale e governativo rischia di alimentare ulteriormente il malcontento se non accompagnato da azioni concrete a favore delle comunità locali, già stremate dalla catastrofe.