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Vertice di Pace a Burgenstock: Progressi Rilevanti ma 12 Paesi Non Firmano il Comunicato Finale

17 Giu 2024 - Mondo

Il summit di Burgenstock si chiude con passi avanti verso la pace, ma senza l'adesione di importanti nazioni. Zelensky esulta, ma la strada è ancora lunga. Scopri tutti i retroscena e le tensioni dietro le quinte.

Vertice di Pace a Burgenstock: Progressi Rilevanti ma 12 Paesi Non Firmano il Comunicato Finale

Conclusione del Vertice di Pace di Burgenstock

Il Vertice di Pace di Burgenstock si è concluso riaffermando i principi di “sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti gli Stati, compresa l’Ucraina”. È stato sottolineato che “il dialogo tra tutte le parti è necessario per porre fine alla guerra”. Tuttavia, il comunicato finale non è stato firmato da tutti i partecipanti, segnalando che c’è ancora molto lavoro da fare per raggiungere una pace duratura.

Il Successo di Zelensky e le Sfide Rimanenti

Volodymyr Zelensky, presente al summit, ha definito l’evento un grande successo nonostante la resistenza della Russia. Ha condotto numerosi incontri bilaterali per consolidare il sostegno internazionale. Tuttavia, 12 dei 93 Paesi partecipanti, tra cui India, Arabia Saudita, Messico, Indonesia e Sud Africa, non hanno firmato il comunicato finale. Questo dimostra che il percorso verso la pace è ancora lungo e complicato.

Prossimi Passi e Coinvolgimento Internazionale

Kiev ha proposto di continuare il processo di pace con un approccio itinerante, coinvolgendo diversi Paesi sui cinque continenti. Sono stati annunciati “gruppi di lavoro” per preparare un secondo summit, che potrebbe includere anche la Russia. L’Arabia Saudita è stata menzionata come possibile ospite per il prossimo incontro. Tuttavia, tutto è ancora in fase preliminare.

La Risposta del Cremlino

Il Cremlino ha reagito duramente sia sul campo di battaglia che nell’arena diplomatica. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha criticato Zelensky, affermando che dovrebbe considerare l’offerta di pace di Putin. Peskov ha anche dichiarato che Zelensky non è più il legittimo presidente dell’Ucraina. La Svizzera, ospite del summit, ha aperto alla possibilità di derogare agli obblighi di arresto per Putin, se dovesse partecipare a un vertice di pace.

Posizione dell’Occidente

Giorgia Meloni ha ribadito che la pace non significa resa, sottolineando il rischio di confondere la pace con la soggiogazione. Ursula von der Leyen e Jake Sullivan hanno entrambi criticato duramente l’offerta di pace di Putin, definendola irricevibile e in contrasto con i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite.

Reazioni e Prospettive Future

Le opinioni tra i partecipanti al vertice sono varie. Alcuni ritengono che l’Ucraina dovrà fare concessioni per raggiungere la pace, mentre altri sottolineano l’importanza di mantenere un approccio negoziale. Le sensibilità tra Occidente e Sud Globale rimangono profonde, con delegati che richiamano l’attenzione su altre crisi globali, come quella a Gaza.

Armi e Sostegno Militare

Zelensky ha ammesso che le armi fornite dagli alleati non sono sufficienti per vincere la guerra. Una fonte diplomatica ha previsto che il conflitto potrebbe continuare fino ad aprile 2025, momento in cui potrebbero emergere opportunità di risoluzione a causa delle crescenti difficoltà economiche della Russia.

Il Ruolo della Cina

Infine, la Cina è stata la grande assente del summit. Zelensky ha espresso il desiderio di coinvolgere Pechino, riconoscendo la sua influenza politica sulla Russia e sperando in un aiuto per raggiungere la pace. Ha sottolineato l’importanza del rispetto reciproco dell’integrità territoriale, riferendosi a Taiwan, e ha insistito che Putin è il nemico comune, ormai isolato a livello internazionale.

Il vertice di Burgenstock ha rappresentato un passo importante verso la pace, ma la strada è ancora lunga e complessa, con numerose sfide da affrontare per raggiungere una soluzione duratura e condivisa.

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