Vitalizi, FdI sfida il Senato e difende la delibera Fico. Ex parlamentari: “Non fate giustizia retroattiva”
2 Ago 2023 - Italia
La questione dei vitalizi degli ex parlamentari torna oggi all’esame dell’Aula della Camera, con una mozione di Fratelli d’Italia che vuole confermare il giro di vite sugli assegni. Il partito di Giorgia Meloni chiede infatti di non seguire la decisione del Collegio di garanzia del Senato, che ha annullato lo stop al taglio dei vitalizi per gli ex senatori ante 2012. FdI sostiene che la delibera 14/2018 della Camera, che ha rideterminato secondo il metodo contributivo la misura dell’indennità di fine mandato, sia giusta e vada mantenuta per tutti i beneficiari, deputati ed ex deputati.
Il Movimento 5 Stelle appoggia la posizione di FdI e invita il centrodestra a essere coerente anche al Senato, dove invece ha sostenuto la decisione del Collegio di garanzia. Il capogruppo M5S alla Camera, Francesco Silvestri, chiede a Meloni di convocare il Consiglio di Presidenza del Senato per correggere la “vergogna” orchestrata dal centrodestra. “È ora che la maggioranza che sostiene il governo Meloni la smetta di promettere e faccia qualcosa di concreto”, dice Silvestri.
Ma gli ex parlamentari non ci stanno e protestano contro quello che definiscono un esperimento di “giustizia retroattiva”. L’Associazione degli ex parlamentari, presieduta da Giuseppe Gargani, ha inviato ieri una lettera aperta a tutti i deputati, in cui contesta la validità e l’efficacia della delibera 14/2018. Secondo l’Associazione, la delibera ha prodotto “ingiustizia”, “falsità” e “manipolazioni”, senza portare i risparmi promessi. Gli ex parlamentari invitano quindi i deputati a non intervenire con atti di indirizzo politico su una questione giudiziaria non conclusa e a rispettare i contratti stipulati in passato.
La battaglia sui vitalizi si preannuncia quindi accesa e controversa. La Camera dovrà decidere se seguire l’esempio del Senato o se confermare la linea dura voluta da Fico e sostenuta ora da FdI e M5S. Gli ex parlamentari sperano invece in una revisione della delibera 14/2018, che considerano illegittima e lesiva dei loro diritti.